Cari fratelli Laziali,

ben ritrovati al settimo posto! Dopo la sconfitta col Milan occupavamo la quindicesima posizione. 

Partiamo subito con il ricordo di oggi, riportandovi ad un Bologna Lazio di ben quarantasei anni fa, esattamente al 27 febbraio 1977. Alla 18ª giornata del Campionato 1976/77.  

Era un Bologna affidato ad uno dei suoi figli più affezionati, Cesarino Cervellati. Una militanza decennale la sua, prima come giocatore, poi una bella stagione come allenatore professionista nella vicina Cesena, quindi la Serie A con il suo Bologna. Quella domenica farà giocare Mancini, Roversi, Massimelli, Cereser, Cresci, Maselli, Rampanti, Paris, Clerici, Nanni e Grop. In panchina Adani, Valmassoi e il giovane centravanti Stefano Chiodi.

Durante gli allenamenti a Tor di Quinto Vinicio ha intravisto in Giordano un po’ troppa svogliatezza. Lo lascia in panchina – preferendogli Rossi - insieme al giovane Garella e ai baffi di Totò Lopez. In campo spazio a Pulici, Pighin, Ammoniaci, Wilson, Manfredonia, Cordova, Renzo Rossi, Agostinelli, Viola, D'Amico e Badiani.

È una domenica di fine inverno, col cielo grigio che incombe sul capoluogo emiliano fin dalle prime ore del mattino. Stiamo disputando una stagione all’insegna della discontinuità. È una Lazio in via di rifondazione: dopo il grande spavento della stagione precedente, il Sor Umberto ha scelto la grinta di Luis Vinicio per rifondare la sua Lazio. Sono passate poche settimane dalla tragedia di Luciano Re Cecconi e lo stress accumulato nei giorni immediatamente successivi, sta rilasciando ora i suoi effetti più tossici. Siamo infatti reduci da due sconfitte consecutive, quella interna – a sorpresa – con il Catanzaro e poi a Torino con la Juventus.

Partiamo all’attacco, il Bologna sta lottando per non retrocedere in Serie B. Loro sono più che abbottonati. Sarebbe un’onta per il sodalizio felsineo, che dal 3 ottobre 1909, giorno della sua fondazione, ha sempre giocato nella massima serie.  Lo slancio profuso nel primo quarto d’ora ha fruttato uno sterile dominio e ben tre calci d’angolo. Ci ha provato Manfredonia, di testa, forse nell’azione più pericolosa. Il Bologna esce dal guscio e rimedia una punizione per un fallo di Ammoniaci su Maselli. Sul pallone si “prenota” per la battuta un grande ex, Franco “bombardino” Nanni. Cross preciso e ben calibrato per Grop, sul quale interviene Dario Pighin che anticipa tutti, compreso Felice Pulici. Lo stadio esulta con un briciolo d’incredulità: dopotutto, il Bologna è passato in vantaggio alla prima occasione, i rossoblù si abbracciano, mentre Rossi, Cordova e D’Amico già hanno “messo palla al centro”. Ripartiamo in attacco. Viola e Agostinelli sembrano prevalere sui loro avversari a centrocampo. A livello territoriale stiamo dominando. Il Bologna è asserragliato nel suo fortino, stretta tutt’intorno a Tazio Roversi, il suo giocatore totem. Continuiamo a far girare il pallone, i bolognesi sono inconsistenti, a cominciare da Nanni il quale, azione del gol a parte, gioca in maniera prevedibile. La sua azione è imprecisa, come quella di Rampanti e di Paris. Manfredonia, Wilson e lo stesso Ammoniaci anticipano sistematicamente Clerici e Grop. Verso la fine del primo tempo Renzo Rossi è spintonato da due avversari, proprio al limite dell’area di rigore. La panchina della Lazio salta in piedi e inizia a protestare rumorosamente. Volano gesti e parole di troppo; o semplicemente si suppone le cose siano andate così. Fatto sta che l’arbitro Menicucci (ebbene sì, ancora lui) espelle un nostro dirigente accompagnatore e perfino il mite dottor Renato Ziaco  reo, ma non sarà mai dimostrato, di aver offeso il fischietto toscano.      

Nel secondo tempo le cose non cambiano, col Bologna che si difende come può e con noi sempre più sterili, mai in grado di arrivare al tiro in maniera limpida. Cervellati richiama Rampanti e manda in campo Stefano Chiodi, sperando che l’innesto di un attaccante di peso incida sulla linea dei nostri difensori. Chiodi praticamente non toccherà palla, nell’ultimo quarto d’ora i Felsinei non supereranno la loro tre quarti, noi arriveremo a battere 12 corner e riusciremo a divorarci due occasioni limpide, due gol praticamente fatti che invece termineranno la loro spinta rimbalzando sulle piste di atletica del Comunale.

Perderemo di misura; sarebbe stata la terza sconfitta consecutiva per una squadra che invece chiuderà la sua stagione con un prestigioso quinto posto.  

Sabato sarà una bella partita tra la settima e l’ottava in classifica. Poi, sarà tempo di una partita decisiva in chiave qualificazione Champions. Una cosa per volta… Forza Lazio!

Ugo Pericoli