Cari fratelli Laziali,

avevamo quasi finito di scrivere l’apertura del pezzo ma non ci stava piacendo e l’abbiamo riscritta da capo.

Non ci piaceva perché avevamo scelto di sorvolare sulla partita col Galatasaray ma poi abbiamo pensato fosse impossibile calarci nel ricordo senza fare la minima menzione dia quanto accaduto nell’ultima settimana tra Milano e Istanbul. Il Milan è una squadra forte che sa giocare molto bene un calcio quasi scolastico. Il Galatasaray probabilmente è tecnicamente di poco superiore – secondo noi - al nostro prossimo avversario, il Cagliari. Certo, sappiamo che non è mai facile giocare in uno stadio infuocato come quello turco, tuttavia fino allo 0 a 0 la Lazio aveva tenuto bene il campo. Abbiamo ancora negli occhi l’errore di Strakosha, una paperissima degna dei peggiori venerdì televisivi, con tanto di risate in sottofondo e quindi ci sentiamo avviliti e beffati. Sappiamo che sarebbe un grande errore ridurre il momento-no della Lazio alla smanacciata maldestra di Strako. Tutta la squadra sta giocando malissimo, palesando un ritardo di condizione e soprattutto di apprendimento di quel che dovrebbe essere il 4-3-3 sarriano.

Quando lo vedremo, questo fantomatico 4-3-3? Per chi, come noi, ha molti capelli bianchi e ben cinque decadi di Lazio alle spalle, potremmo ricordare che anche Tommaso Maestrelli venne contestato durante il precampionato. I tifosi rimpiangevano Lorenzo, proprio come oggi molti rimpiangono Inzaghi. E che anche i calciatori, Chinaglia in testa, rimpiangevano il modulo tattico del tecnico argentino. Pertanto, visto i precedenti, preferiamo invitare tutti alla prudenza nei giudizi, chiedendo pazienza quel tanto che basta, perché le partite si susseguono e tra pochi giorni sarà nuovamente derby. A fine settembre tracceremo una riga e faremo un primissimo bilancio.

Per quanto riguarda la scelta del prossimo amarcord non vi nascondiamo che ci siamo lasciati guidare dalla scaramanzia. Abbiamo scelto un Lazio Cagliari preceduto da una sconfitta, sempre in quel di Milano, in quell’occasione sponda Inter. Una sconfitta pesante, che rallentava in modo – fortunatamente rimediabile – la nostra corsa verso il primo scudetto. Avete capito che stiamo tornando indietro al 1974 e precisamente al 24 marzo, la 23° giornata del Campionato più bello della nostra vita. Tommaso Maestrelli aveva a disposizione tutta l’orchestra: Pulici, Petrelli, Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi e D'Amico. Il Cagliari stava vivendo un momento di transizione, non aveva molto da chiedere a quel campionato tranne un’onesta salvezza, che sarebbe puntualmente arrivata con alcune giornate di anticipo. L’allenava Beppe Chiappella che schierò una squadra esperta e ben equilibrata: Albertosi, Poletti, Mancin, Poli, Valeri, Roffi, Marchesi, Quagliozzi, Gori, Butti e Nobili. Mancava Gigi Riva, infortunatosi il turno prima ma sempre in corsa per un posto tra i 22 azzurri che sarebbero partiti alla volta di Monaco ‘74.

Sette giorni dopo la sconfitta di Milano, la Lazio troverà oltre 50.000 spettatori a sospingerla verso la Storia. Partiamo forte: Chinaglia, ben servito da D'Amico, si fa anticipare da Niccolai a cinque metri dalla porta. Al 15' un lapsus di Re Cecconi, che perde palla sulla trequarti, consentendo a Desiderio Marchesi di presentarsi a tu per tu con Pulici.  Fortunatamente sbaglia a porta ormai vuota. Ancora Giorgione coglie un palo ben servito da Frustalupi e pochi instanti dopo è Nanni a scheggiare la parte alta della traversa con un tiro dalla linea dell'area. Al 24' la svolta: Chinaglia, nuovamente servito alla perfezione da Frustalupi, irrompe in area e segna nonostante una mezza prodezza di Albertosi. Long John festeggiò con una corsetta sotto la Nord, una curva molto meno “critica” rispetto a quella che domenica attenderà i propri giocatori. Si rientra negli spogliatoi. La ripresa si apre con un'incursione di Roffi che salta agevolmente Wilson e si presenta davanti a Pulici che esce a valanga parando prima con il corpo e perfezionando la presa sul rimbalzo del pallone. Al 60' è ancora Roffi a smarcarsi e a colpire il palo. Tiriamo un sospiro di sollievo anche perché chi ci insegue, la Juventus, non ha ancora segnato col Verona e potremmo dunque aumentare il nostro vantaggio sulla diretta concorrente nella corsa al titolo. Pochi minuti dopo Albertosi esce su Re Cecconi sventando il raddoppio. Al 79' Giorgione smarca Nanni in area e a Brugnera non rimane che stenderlo. Il signor Torelli di Milano non ha dubbi: rigore. Come sempre Chinaglia si posiziona sul dischetto, solita rincorsa saltellante e splendida finta che spiazza Albertosi. La partita finirà qui. Fu molto bella, ben giocata da entrambe le squadre. Era stata una settimana difficile, piena di polemiche e ricolma di ansie varie, ma alle cinque del pomeriggio eravamo di nuovo a tre lunghezze dalla Juventus e a quattro dal fortissimo Napoli di Luis Vinicio.

Quella di domenica si direbbe una partita facile, perché in tre turni i sardi hanno raccolto la miseria di un punto. Noi non possiamo più sbagliare perché stiamo vivendo un periodo difficile. Non vincere, significherebbe crisi. Forza Lazio!

Ugo Pericoli