I bei ricordi, ormai, risalgono all'ultimo giorno del febbraio bisestile. La Lazio coraggiosa, che azzannava gli avversari, spesso rimontandolo, vincendo gare a grappoli, mettendo insieme ventuno risultati di fila consecutivi, non c'è più. Tutti sono irriconoscibili, a cominciare dalla difesa che imbarca preoccupazioni quasi ad ogni azione avversaria. Ci aspetta, insomma, fino al due agosto, una lenta agonia, con il gruppo spento, senza anima e senza forze. Un vero incubo questo scorcio d'estate perché mai avremmo pensato di ritrovare una Lazio così svuotata dopo la quarantena. Strakosha che commette errori da principiante, Acerbi in difficoltà purtroppo contro qualsiasi centravanti avversario. E poi il centrocampo, passato in tromba da tutti, dal Lecce al Sassuolo che pure ne aveva cambiati nove rispetto a mercoledì scorso. Nel reparto tutti annaspano, senza lucidità e benzina. E poi i quattro tenori. Ciro fallisce ormai facili palle gol, Correa è ai box. Milinkovic si trascina perché con i muscoli affaticati e senza ricambio e Luis Alberto perde ormai palloni facili facili. Pur senza risorse in panchina, senza alibi conquisteremo la zona Champions ma assisteremo ad altre gare malinconiche, da qui alla fine del Campionato. E sarà questa, prima di partire per il mare o per i monti per brevi periodi di pausa, la tristezza più grande. Un epilogo però scontato. Con giocatori, tutti, in queste scadenti condizioni di forma era francamente impossibile pensare di cavarsela senza pagare dazio... G.Bic.