Cari fratelli Laziali, a pochi giorni dalla partenza del nostro campionato e a due settimane dal termine della sessione estiva del calciomercato, ritorna puntuale la nostra rubrica amarcord che introduce l’avversario di turno attraverso il ricordo di un incontro del passato. Ad oggi, nel momento in cui vi scriviamo, probabilmente i giochi non sono ancora fatti. Ma a prescindere da chi arriverà, vogliamo sperare che la nostra Lazio abbia le carte in regola per competere ad alti livelli come nella passata stagione. Sottrarremo solo un po’ di spazio per fissare nella mente gli obiettivi che pensiamo siano alla nostra portata. Nell’ordine: - Arrivare tra le prime quattro in campionato. - Superare la fase a gironi della Champions League. - Arrivare almeno alle semifinali di Coppa Italia, onorando sempre e comunque questa competizione fino all’ultimo respiro. Detto questo, largo al ricordo di oggi! È domenica 11 novembre 1990 e si vola a Cagliari per l’8° giornata del Campionato di Serie A 1990/91. La Lazio, squadra e società, sono ancora convalescenti. Stanno affrontando il terzo campionato consecutivo nella massima serie, gli sciagurati anni ’80 sono finalmente alle spalle ma la squadra è ancora in costruendo, è certamente più solida e affidabile rispetto alla stagione precedente ma ben lontana da quella che si attendono i tifosi da oltre una decina d’anni. Il presidente Gian Marco Calleri ha fatto del proprio meglio. Per prima cosa ha portato il Dino nazionale in panchina: Zoff è un monumento vivente ed è in grado di rappresentare la società anche livello internazionale. Ha acquistato un campione del mondo, quel Karl Heinz Riedle che a luglio ha sollevato la coppa Fifa sotto i cieli di casa nostra, pur non avendo giocato quasi mai da titolare. La squadra è imbottita di uomini di sostanza, come Pin, Soldà e Sclosa, ma ha un gioco spesso prevedibile e non vince in trasferta da quasi un anno. Il Cagliari è una neopromossa con un organico di tutto rispetto e può vantare una coppia di stranieri di grande effetto. L’allena Claudio Ranieri, che quel giorno manda in campo questi undici: Ielpo, Festa, Cornacchia, Pulga, Valentini, Firicano, Cappioli, Matteoli, Fonseca, Francescoli e Nardini. Zoff non ha moltissime scelte e schiera la migliore Lazio possibile: Fiori, Bergodi, Sergio, Pin, Vertova, Soldà, Madonna, Sclosa, Riedle, Domini e Sosa. I padroni di casa iniziano bene, mettendoci in difficoltà in diverse occasioni. Nel giro di due minuti, tra il 21’ e il 23’ l'uruguayano Fonseca si divora due occasioni spedendo il pallone oltre la traversa di alcuni metri. Al 37’ ci prova Cappioli ma il suo tiro si perde a lato della porta difesa da Fiori. Prima della chiusura del primo tempo, al 42', arriva il nostro primo e unico tiro per opera di Sclosa, che Ielpo riesce a respingere abbastanza agevolmente. Sotto un sole ancora tiepido le due squadre rientrano negli spogliatoi del Sant’Elia piuttosto contrariate. Il Cagliari ha giocato leggermente meglio di noi. Alla ripresa del gioco i sardi sembrano dare segni di reazione e lo fanno con il nuovo entrato Paolino che ha preso il posto di Matteoli. Nel giro di tre minuti lo sconosciuto attaccante riesce a portare lo scompiglio nella nostra area ma Fiori blocca bene il pallone, sia al 48' e soprattutto al 52', quando si butta sui piedi dell'avversario impedendogli un goal quasi sicuro. Dieci minuti dopo arriva il momento a lungo atteso: in occasione di un calcio d'angolo, Domini pennella un pallone sul primo palo, dove c’è Riedle che è già piazzato in agguato. Kalle è contrastato da Festa, il quale sentendosi sotto pressione, di testa devia il pallone all’indietro superando il suo portiere con un pallonetto maligno. Lazio in vantaggio per 0 a 1! Da quel momento la partita cambia fisionomia. Gli isolani si sentono colpiti dalla sfortuna e si demoralizzano, mentre a noi riesce assai più agevole il controllo del pallone in tutte le zone del campo. Pur non tirando mai in porta portiamo a termine una vittoria in trasferta alla quale non eravamo più abituati. L’arbitro Luci di Firenze fischiò la fine di questa partita nata già stanca, giocata da due squadre che concluderanno il proprio campionato in modo un po’ abulico, nel limbo di un centro-classifica soporifero e svogliato, soprattutto per noi, perché verso la fine della stagione i cagliaritani rischieranno la beffa di una rapida retrocessione e dovranno impegnarsi severamente per evitarla. Vincemmo con un mezzo tiro in porta. Oggigiorno giornate del genere non se ne vedono più, occorre creare più occasioni da goal, proprio quel che non è riuscito alla Lazio nella partitella in famiglia degli Inzaghi brothers. Il Cagliari non sarà molto diverso dal Benevento e vorremmo partire col piede giusto, con una vittoria, che sarà inevitabilmente figlia di un ritrovato ritmo di gioco, quel gioco spumeggiante che la Lazio post lookdown ha lasciato intravedere in una sola occasione, a fine luglio in quel di Verona. Auguriamo una buona Lazio a tutti, sperando che le uniche soste del campionato siano quelle previste dal calendario e nient’altro. Non ci siamo ancora lasciati alle spalle questo mostro chiamato Covid-19. Nell’attesa di un vaccino risolutivo vi invitiamo a rispettare le norme di sicurezza per la salute di tutti noi. Forza Lazio! Ugo Pericoli