A volte, le migliori cose iniziano con un finale. Che tutto quel che l’anno scorso è andato perso per strada, possa essere ritrovato quest’anno! Cari fratelli Laziali, diciamo addio a questo 2020, e auguri a tutti voi per un felice 2021!
È stata una pausa piuttosto lunga, almeno percepita come tale, probabilmente per via della sconfitta mal digerita nell’ultimo incontro del 2020.
Come dicevamo già a inizio dicembre, molto è andato perduto. Cerchiamo d’ora in poi di recuperare tranquillità e continuità nei risultati. La continuità soprattutto, la vera grande assente da giugno in poi, se si esclude la proficua mini-maratona di Champions. Per il resto, ogni qual volta chiedevamo una riconferma, puntualmente siamo rimasti a bocca asciutta.
Per il ricordo di oggi torniamo indietro di quasi cinquant’anni, ad una Lazio piccola e bella in Serie Bv (la cui rosa è ritratta nella foto), e con soltanto un trofeo in bacheca, la mitica Coppa Italia del 1958.
Era l’11 giugno del ‘72 ed andavamo a giocarci il ritorno in serie A proprio a Marassi, sponda Genoa. Era la 37° e penultima giornata del Campionato di Serie B 1971-72.
I rosso-blu hanno condotto un campionato molto al di sotto delle attese, l’allena Silvestri che sceglie questa formazione: Buffon, Manera, Rossetti, Derlin, Benini, Garbarini, Corradi, Perotti, Traspedini, Bittolo e Speggiorin. Nomi che non ci dicono niente, ad eccezione del n.11 (dieci anni dopo Speggiorin verrà a giocare con noi, sempre in Serie B) e il portiere, che è parente stretto del Gigi Buffon nazionale.
Tommaso Maestrelli manda in campo l’undici di sempre: Bandoni, Papadopulo, Facco, Wilson, Polentes, Martini, Massa, Gritti, Chinaglia, Nanni e Moschino.
Quasi tremila tifosi sono giunti a Genova a bordo di pullman, altri con i treni notturni per Torino e per Milano, che li mollano alla stazione di Genova appena passata l’alba. Quelli rimasti a casa sono in spiaggia ad Ostia, fa caldo, e tra un piatto di fettuccine e un gelato attendono i risultati seguendo Tutto il Calcio minuto per minuto. Anche a Genova fa caldo, anche troppo, infatti il cielo rumoreggia e cade qualche goccia. Marassi è scoperto, e non può essere certo definito uno stadio amico. Sono le 4 del pomeriggio quando il Signor Giunti di Arezzo fischia l’inizio della partita.
Dicevamo che il Genoa è una delle grandi deluse del campionato. Considerando che gioca nel limbo della metà classifica sarebbe fin troppo semplice pensare ad un avversario privo di motivazioni, invece i genoani gettano nella mischia tutta la rabbia di un’annata andata storta. Maestrelli ha temuto di non poter disporre di Chinaglia, rimasto azzoppato nella sfida di Coppa Italia contro il Napoli ed ha preparato l'incontro nei minimi dettagli, potenziando il centrocampo con Gritti, che da qualche domenica appare in un ottimo stato di forma. La partita è vibrante sin dalle prime battute, ma la Lazio dimostra di esserci con la testa e con le gambe.
Al 17' Chinaglia lascia sul posto Benini e scaglia una bordata da trenta metri che si perde sul fondo. È l'inizio di uno show personale che lo vedrà assoluto protagonista del match. Al 26' Long John conquista la palla, salta come birilli Benini e Garbarini, e spedisce un siluro all'incrocio dei pali che solo un grande Buffon riesce a deviare in calcio d'angolo. Un minuto dopo ancora un'occasione controllata a stento dalla retroguardia genoana e poi al 29' su servizio di Gritti, Giorgione fionda a rete di sinistro impegnando a terra il numero uno avversario. Lazio determinata a chiuderla prima possibile, Genoa annichilito dai biancocelesti.
Alla mezz'ora il risultato finalmente si sblocca: fallo commesso da Derlin a venti metri dalla porta di Buffon. Gritti esplode un destro micidiale che perfora la barriera e s'insacca a fil di palo. Trascorrono sessanta secondi e la Lazio perviene al raddoppio. Polentes anticipa Traspedini e rilancia lungo per Martini che di prima mette in moto Chinaglia che con un pallonetto fa secco Benini, quindi, con un colpetto di testa supera il libero Garbarini, e si presenta solo dinanzi a Buffon che prima che possa fare un qualcosa viene fulminato sulla sua destra. Tutto il Ferraris, sportivamente, si scioglie in un applauso prolungato per la prodezza realizzata. Si va negli spogliatoi ma Chinaglia è stremato. Rientra in campo, ma dopo sette minuti lascia il posto a Facchin.
Gestiamo con calma la situazione guidati da Moschino che smista il traffico dal cuore del centrocampo. Il Genoa tenta una reazione, solo alcune folate che non recano preoccupazione alcuna a Bandoni. Corradi è il giocatore più determinato fra i padroni di casa e Papadopulo ingaggia con lui un duello senza esclusione di colpi. Il nostro ha già rimediato un giallo nel primo tempo. A dieci minuti dal termine assesta una gomitata a Corradi provocandone una vistosa ferita al volto. Questi è a terra con il volto insanguinato. Il cartellino rosso sembra essere il minimo, mentre il pubblico di casa è come se avesse trovato una scusa per scaricare una frustrazione accumulata in 37 partite.
Due esagitati superano le barriere di protezione e invadono il campo, ma la Polizia blocca tutto sul nascere. La partita si chiude in un clima infernale, sugli spalti si accendono risse, perché i nostri tifosi si sentono ormai con un piede (e mezzo) in serie A e la loro felicità viene scambiata per una presa in giro verso un avversario che non ha demeritato. Mancano ancora pochi secondi, gli animi si placano: c’è da seguire la radiolina per gli ultimi due tre minuti dei vari recuperi. La Ternana sta perdendo a Brescia, il Palermo sta battendo il Cesena e il Como sta vincendo a Novara. Anche a Ostia sono contenti a metà, per conquistare la Serie A occorrerà non perdere a Bari. Infatti, a 90' dal termine, la classifica è la seguente: Lazio e Ternana 48 punti, Palermo 47, Como 46.
La Lazio a Bari non perderà, la Ternana vincerà la sua ultima partita e si classificherà al primo posto. Noi però siamo contenti due volte: ci ritroviamo in Serie A e con il nostro centravanti che è già nell’orbita della Nazionale di Valcareggi. Mai, in precedenza, era accaduto che un giocatore della cadetteria venisse convocato dalla nazionale maggiore. Per il resto, mezza squadra è da rifondare. Occorrono giovani per rinverdire la rosa e per affrontare l’impatto con il livello tecnico della massima serie. Per cominciare, Maestrelli vorrebbe un portiere nuovo, anche non giovanissimo, ma d’esperienza.
Si sta guardando intorno, ma col Sor Umberto non c’è molto da stare a discutere. Lenzini ha deciso che sarà un certo Felice Pulici il portiere della Lazio per il Campionato di serie A 1972-73. Felice Pulici, solo da qualche ora, è retrocesso insieme al suo Novara. I tifosi della Lazio sono abbastanza inviperiti con il loro presidente e si aggrappano disperatamente all’allenatore, perché per tutti loro, Tommaso Maestrelli, è una specie di garanzia.
Non vi ricorda qualcosa questa situazione?
Forza Lazio!
Ugo Pericoli (si ringrazia LazioWiki per l'utilizzo della foto di apertura)