Cari fratelli Laziali, in questo momento ci sembra di vivere in una bolla. La vittoria di Genova, vinta con pieno merito dalla Lazio-2, ci ha messo in una posizione di classifica che ci vede secondi soltanto alla formidabile Juventus che da otto anni non manca l’appuntamento con lo Scudetto. In quasi tutti i campionati europei saremmo primi e questo ci inorgoglisce facendoci dimenticare – almeno per qualche istante – le ansie e le paure causate dal Coronavirus. Sono tantissimi i segnali che arrivano dalla squadra di Inzaghi. Tante le coincidenze e i riferimenti storici. Quando Inzaghi rilascia una dichiarazione, questa è improntata ad un equilibrio che rimanda alla sapienza di Tommaso Maestrelli. Si fa male Acerbi, perno di una difesa già decimata? Il timido Vavro non sbaglia un pallone, assistito com’è dalla forza del capitano in pectore Stefan Radu, che gioca la sua migliore partita da quando veste la maglia con l’aquila sul petto. E che dire dell’ex sgorbio Adam Marusic, l’autore del gol che ha fatto venire le lacrime agli occhi a chi vide lottare, rincorrere ed esultare, un mito della lazialità come Giorgio Chinaglia? La partita che stiamo per raccontarvi in attesa del Lazio-Bologna che verrà, vi parlerà di uno dei pomeriggi più dolci mai trascorsi allo Stadio Olimpico, nonostante l’umidità ed il freddo di una domenica di metà inverno. E allora torniamo indietro, al 9 gennaio del 2000, alla 16° giornata del Campionato di Serie A 1999-2000. Era il giorno del Centenario, come ricordato anche dalla luminosa foto dell'epoca che proponiamo. La posa della targa in Piazza della Libertà, il bagno di folla per quel che diventerà un appuntamento fisso per migliaia di tifosi. Poi finalmente, l’apertura dei cancelli all’ora di pranzo, con coca-cola e panini a go-go mentre si sta giocando Parma - Juventus, che viene teletrasmessa dai tabelloni dell’Olimpico. Al minuto 90° Crespo diventerà uno di noi, con sette mesi d’anticipo, regalandoci il pareggio del Parma che ci metterà nella comoda posizione di sapere che, vincendo, la sera saremmo primi in classifica. Alle ore 15 sono 76.000 gli spettatori che salutano l’ingresso in campo delle due squadre. Noi con Marchegiani, Pancaro, Nesta, Mihajlovic, Favalli, Conceição, Stankovic, Sensini, Veron, Nedved e Salas. Il Bologna con Pagliuca, Paramatti, Gamberini, Boselli, Tarantino, Nervo, Ingesson, Marocchi, Wome, Andersson e Signori. Sarà stato per la cornice di pubblico – emozionante, emozionata e veramente imponente – o per il peso della ricorrenza “rotonda” che quasi obbliga alla vittoria, che i nostri affrontano la gara con le gambe eccessivamente tremanti. Sotto un cielo pallido e biancastro le nostre manovre appaiono impacciate, lente, prevedibili. La prima azione pericolosa è infatti dei rossoblù, con Signori (tu quoque, Beppe?) che colpisce la traversa dopo un bel passaggio di Wome. Guidolin si fa cacciare al 22', reo di aver rivolto apprezzamenti poco urbani al signor Racalbuto da Gallarate. Solo al 23' il nostro primo sussulto: punizione di Sinisa Mihajlovic ben parata da Pagliuca. Al 27' arriva la grande occasione per passare in vantaggio. Racalbuto concede il rigore per atterramento di Nedved. Sul dischetto si presenta Sinisa. Avete presente il rigore fallito da Ciro nell’ultima partita di Coppa Italia a Napoli? Con una dinamica assai simile a quella di Immobile, anche Mihajlovic scivola malamente al momento del tiro, e spara alto, fin sotto la Curva Nord. Fortunatamente il disappunto dura poco perché al 42' passiamo in vantaggio: incursione di Nedved che entra in area e tira, la palla centra la traversa ma c’è il Matador-Salas nei paraggi, che irrompe e segna a porta vuota. È l’1 a 0, forse non del tutto meritato. Si va negli spogliatoi in vantaggio e le squadre iniziano la ripresa con le formazioni immutate. Però il Bologna spinge, vuole scrollarsi di dosso lo scomodo abito di vittima sacrificale, corre sul campo in cerca del pareggio. Dopo 6 minuti, i suoi sforzi vengono premiati: Signori crossa dalla sinistra, Andersson anticipa Favalli e, con un bellissimo colpo di testa, realizza la rete dell'1-1. Da questo momento i nostri iniziano a giocare la partita. Come in tante altre occasioni nella sua storia ormai centenaria, la Lazio riesce a scuotersi e a ritrovarsi solo quando è in forte difficoltà. Le maglie biancazzurre si riversano nella metà campo degli emiliani, assediando la porta di Pagliuca. È un’azione costante e continua, un canto in crescendo che tocca la sua nota più alta al 75', quando Nedved segna la rete del 2-1 con un preciso colpo di testa su cross di Conceiçao. Otto minuti più tardi Pavel viene espulso per doppia ammonizione. Siamo all’83°, il finale della gara è più difficile del previsto, si fa male anche Sensini e si resta in nove. Come in una favola dal lieto fine, a tempo già scaduto, il risultato è messo al sicuro proprio dall’ultimo arrivato: Fabrizio Ravanelli, da poco subentrato a Salas, ha ricevuto palla sul vertice destro dell'area, si è coordinato portandosi il pallone in avanti e - proprio mentre sta per scivolare – riesce comunque a far partire un tiro. Il pallone assume una strana traiettoria e entra in rete, lèmme lèmme, quasi saltellando. È al suo primo goal con la nostra maglia, Ravanelli scoppia in un pianto dirotto, mentre corre sotto la curva Maestrelli per ricevere il saluto dei suoi nuovi tifosi. A fine partita, dalle interviste Rai, apprenderemo che Fabrizio stava pensando al padre gravemente malato e che gli voleva dedicare il primo gol con indosso la maglia del nostro centenario. La partita finirà qui, sotto la Curva Maestrelli, con la vittoria sul Bologna per 3 a 1 e il primo posto in classifica. Con 34 punti precediamo la Juventus a 33, il Parma a 31 e la Roma a 29. Sabato saremo noi a giocare per primi alle ore 15, in un Olimpico che – salvo ulteriori provvedimenti di natura sanitaria - si preannuncia pieno e festoso, come nelle ultime partite. Per qualche ora potremmo essere primi in classifica e, se Juventus ed Inter terminassero in parità la partita di domenica sera, lo saremmo anche per la prossima settimana. Forza Lazio! Ugo Pericoli