Cari fratelli Laziali, abbiamo da poco assistito a quella che doveva essere la partita del sorpasso sulla Juventus. Avevamo cullato questo sogno per tutto il periodo del lockdown ma il risveglio è stato amarissimo. Quando Ciro ha colpito il palo interno a molti è tornato in mente il doppio palo di Filip Djordjevic nella finale di Coppa Italia del maggio 2015 giocata, tanto per cambiare, contro la Juventus. D'accordo, anche la Juve ha colpito i suoi pali ma il peso specifico di un gol segnato in trasferta con cinque titolari in meno e una squadra incerottata avrebbe dato un'altra inerzia alla gara. Abbiamo messo paura alla Juventus: è entrato Rugani che ha mandato ai pazzi Dybala. Poi Szczesny ha fatto quel passo avanti di mezzo metro, decisivo per riuscire ad intercettare il miracolo balistico di Sergej su punizione. Un Cristiano Ronaldo, leggermente impupazzato da un improbabile taglio alla Marge Simpson, era perfino riuscito a superare Ciro nella classifica cannonieri. Poi il bel rigore calciato da Immobile ha rimesso a posto almeno quella classifica. Ripartiamo, allora, da qui augurando a Ciro di vincere la sua personale competizione contro il capelluto rivale, aiutando la squadra a classificarsi sopra la quarta posizione. Per l'amarcord di oggi siamo andati a scovare la primissima Lazio-Cagliari della storia del calcio! Parliamo di quasi sessant'anni fa. Era il trenta dicembre 1962, la quindicesima giornata del Campionato di Serie B 1962-63, un ricordo per Laziali Doc, ricco di coincidenze che danno l'idea di come il calcio fosse un gioco dove il sentimento, a volte, contasse anche di più del semplice interesse economico. La Lazio è una "Lazietta" ma può permettersi un Direttore Tecnico: è il Mago Juan Carlos Lorenzo che non potrebbe allenare in Italia: per questo viene promosso allenatore il suo vice Lovati. Bob ha appena smesso di giocare, si è sfilato i guantoni cedendo il ruolo ad un portiere assai promettente, il toscano Idilio Cei. Ed è proprio Cei ad aprire la formazione Laziale cui seguono Zanetti Garbuglia Governato Pagni Gasperi Bizzarri Longoni Rozzoni Morrone (ritratto nella foto) e Moschino. Fa un freddo becco, piove a vento, l'Olimpico è lindo e pinto nella armonia dei suoi marmi ma è tuttavia un impianto scoperto, soggetto ai capricci delle stagioni. Figuratevi i poveri tifosi, sotto la pioggia, nel penultimo giorno del 1962! Tra loro ci sono moltissimi sardi residenti a Roma, accorsi a vedere la loro squadra neopromossa in Serie B che, per la prima volta nel corso della storia, giocherà contro la celebre S.S.Lazio! L'allenatore cagliaritano Silvestri manda in campo la formazione-tipo: Colombo Martiradonna Spinosi I Mazzucchi Vescovi Tiddia Torriglia Rizzo Ronconi Gagliardi e Congiu. Sono le 14 e 45 esatte, anche l'arbitro sente freddo e non vede l'ora di tornarsene a Napoli per trascorrere le feste in famiglia: è il signor Marchese della Sezione partenopea, elegantemente vestito nel suo completo in giacca nera con bottoni perfettamente allacciati su una camicia dal colletto bianco e immacolato, inamidato a regola d'arte. In effetti, il signor Marchese il giorno prima se ne stava tranquillamente in giro per il Vomero: aveva acquistato un bel po' di capitone per passare una placida domenica nella sua Napoli quando la mattina presto lo squillo del telefono lo tira giù dal letto. Gli dicono infatti che il suo collega Renzo Righetti di Torino ha avuto un problema fisico e non potrà arbitrare e che deve essere a Roma enrro le ore 14 per sostituirlo. Marchese si mette subito in viaggio ma arriva a Roma in ritardo. Insomma, non bastasse la pioggia anche un ulteriore carico d'acqua per i quindicimila spettatori che, quel pomeriggio, attendono sotto la pioggia un quarto d'ora supplementare causato dal ritardato arrivo del direttore di gara. E la partita? Eh si, dobbiamo parlarvi anche di quella. Prima però ancora un aneddoto. Avete fatto caso alla formazione del Cagliari? Avrete notato che figura un tal Spinosi I. Un giorno il signor Spinosi-padre ebbe un forte diverbio con un dirigente della Lazio, reo di non dare la giusta considerazione al figlio Angelo. Le cose si chiusero nel peggiore dei modi perché, per ripicca, il signor Spinosi, che della Lazio era tifosissimo, fece effettuare un provino al secondo dei suoi figli proprio all'asroma: il secondo (e più promettente...) dei figli era Luciano Spinosi, futuro giocatore della Juventus e della Roma, nonché della Nazionale azzurra a Monaco '74. Fortunatamente verrà anche il tempo dei baci lanciati verso la tribuna da un Luciano Spinosi versione vice-allenatore della Lazio targata-Cragnotti ma va detto che certe "gestioni" erano "cose da Lazietta". Una Lazio - dicevamo - che era reduce dai due scappellotti rimediati con il Verona e con il Messina. Soprattutto quest'ultima sconfitta aveva innescato più di una polemica e aveva fatto si che scattasse un anacronistico provvedimento disciplinare (stabilito dall'umorale Lorenzo) che faceva divieto ai giocatori di utilizzare le proprie autovetture durante la settimana. Dopo più di tre mesi tornava in squadra Angelo Longoni che, negli allenamenti, aveva convinto anche il medico dopo il brutto infortunio patito in Coppa Italia contro la Fiorentina. "Ciccio" Longoni è un centravanti pure ma Lorenzo lo posiziona come mezzo destro, affidando a Moschino l'incarico di ala tattica. I sardi partono bene: lungo cross di Martiradonna e deviazione di Ronconi. Cei, con un gran volo, salva la sua porta. Al 6' è alto un colpo di testa di Congiu. Ma, dopo cinque minuti, arriva il gol rossoblu': una mezza "gatta morta" di Gagliardi carambola sulle gambe di Gasperi per finire sui piedi di Torriglia, che non ha difficoltà a segnare con un diagonale da due passi. Gol fortunoso che fa saltare in aria Lorenzo che prende e scuote per la giacca l'impassibile Lovati, reo di averlo irritato per l'indifferenza con cui ha seguito gli eventi nei primi dieci minuti di gioco. Molto più probabilmente Lorenzo non voleva dare a vedere che si era reso conto che stava per fare un'altra frittata! Inverte i ruoli di Longoni e Moschino rimettendo le cose nel loro posto naturale. La squadra trova subito beneficio nella correzione tattica ed inizia a carburare. Tiro alto di Longoni. Quindi è Colombo ad essere chiamato in causa due volte da Morrone. Il portiere si salva poi con l'aiuto del palo su conclusione del redivivo Longoni. Il pareggio arriva poco dopo la mezz'ora. Morrone attira tre avversari su di se' sul fronte destro, poi allarga dall'altra parte del campo per Moschino che addomestica il pallone e con un diagonale preciso realizza il primo gol in biancoceleste. Due minuti dopo raddoppiamo. Moschino lancia sulla corsia destra Bizzarri che avanza e crossa al centro dove, come un fulmine, arriva Morrone che, con un violento colpo di testa, gonfia la rete. Nella ripresa il Cagliari forza il ritmo per recuperare il risultato. Al minuto 53 ci vuole uno straordinario Cei per evitare il pari. Cross di Martiradonna e colpo di testa di Torriglia, destinato alla confluenza dei pali ma il portiere vola e toglie via il pallone. Replichiamo con una prolungata azione corale. Rozzoni scarica a rete una autentica saetta che si infrange sulla traversa della porta di Colombo. Al minuto 59 gran tiro in corsa di Mazzucchi con pallone sopra la traversa. Un minuto dopo Morrone non aggancia da pochi metri un pallone vagante in area sarda. Ancora insidioso il "gaucho", con Colombo che si salva per poco, dopo altri due minuti. La partita si spegne piano piano, anche per le tante energie spese dalle due formazioni che hanno giocato l'intera gara sotto una pioggia battente. Allo scadere, poi, Cei neutralizza con sicurezza un tiro dalla distanza di Tiddia. Sarà l'ultima emozione di una bella partita giocata da una Lazio in Serie B nel sessantaduesimo compleanno della sua storia. Fini' due a uno! Quanto vi piacerebbe che la Lazio vincesse con lo stesso risultato, giovedì sera, magari con una bella doppietta di Ciro? Cari fratelli Laziali, ci siamo voluti prendere una pausa da questo calcio moderno ed esclusivamente televisivo, infestato da un virus che ne ha fatto emergere, oltre alle virtù, anche i tanti vizi. Ben venga dunque una rilassante finestra sul passato, quando il calcio era la poesia domenicale che condiva la nostra vita con pomeriggi che amiamo ricordare ancora oggi, È già tempo di tornare al presente, alle alte temperature che battono sul cielo di Roma che lasciano presagire un'altra serata torrida giovedì sera. Lasceremo le finestre aperte, attendendo ancora un gol di Ciro o di qualche altra maglia biancoazzurra. Ci addolora non poter essere presenti allo stadio ad incoraggiare i nostri ragazzi. Sentiamo forte la mancanza di quel grido che univa e con il quale vi salutiamo anche stavolta: forza Lazio! Ugo Pericoli