Cari fratelli Laziali,
solitamente il nostro appuntamento è l’occasione per ricordare una bella vittoria, che possa presentare ed essere d’auspicio, alla prossima partita della Lazio. Quando arrivano squadre come il Sassuolo, non certo il massimo quanto a tradizione in Serie A, ci fermiamo per fare il punto della situazione.
Fino a un paio di anni fa la sfida era stata un monologo – o quasi - di vittorie biancazzurre. Sono però già due sfide consecutive che il Sassuolo arriva a Roma a guastarci la festa. Due anni fa ostacolò in modo probabilmente decisivo la corsa Champions mentre l’anno scorso rese inutile ogni residuo sogno in chiave scudetto.
Dalla ripresa del primo lockdown abbiamo assistito a un calcio quantomeno diverso, privo di due elementi fondamentali: la mancanza di pubblico e lo “smarrimento” della Juventus. Il Campionato è infatti più equilibrato e incerto. Anche la Coppa Italia sembra essere più combattuta del solito.
La vittoria nel derby, inattesa e quindi ancor più inebriante, ha capovolto le aspettative delle tifoserie cittadine. La tifoseria giallorossa, che fino a una settimana fa si autoproclamava pretendente allo Scudetto, si ritrova fuori anche dalla Coppa Italia e con il morale a terra. Noi, nel giro di 90 minuti, abbiamo ritrovato le antiche certezze che ci avevano accompagnato fino all’ultimo giorno di febbraio 2020.
Certezze che apparvero dissolte nell’ultimo Lazio-Sassuolo. Scesero in campo Strakosha, Bastos, Acerbi, Radu, Lazzari, Milinkovic, Parolo, Luis Alberto, Lukaku, Caicedo e Immobile. Non eravamo certamente al meglio e a distanza di tempo possiamo scrivere che eravamo inferiori al Sassuolo, ma in quel momento non ce ne rendevamo conto. Questo il Sassuolo di sei mesi fa: Consigli, Toljan, Marlon, Ferrari, Kyriakopulos, Bourabia, Locatelli, Traoré, Djuricic, Boga e Raspadori. A disposizione c’erano Pegolo, Muldur, Caputo, Chiriches, Magnani, Peluso, Ghion, Haraslin, Magnanelli, Berardi, Rogerio e Manzari. Hanno Roberto De Zerbi come allenatore, che è giovanissimo. Dopo una onesta carriera da giocatore ha già allenato in piazze “calde”, come Foggia, Palermo e Benevento.
Ricordate? Passammo in vantaggio per primi, con un bel goal, uno dei suoi, di Luis Alberto. Poi fu un lento scivolare verso lo sprofondo. Sottovalutazione dell’avversario? Supponenza? Mancanza di allenamento? Stress da pandemia? Sindrome da scudettus interruptus? Probabilmente si trattò di un combinato disposto di tutti questi fattori, fatto sta che Raspadori riuscì a prevenire al meritato pareggio e poi, esattamente al 91°minuto, nel silenzio orrendo di un Olimpico completamente vuoto, Caputo – subentrato nella ripresa - segnò il goal del raddoppio.
Quella in corso è stata fin qui una settimana dalle sensazioni opposte e altalenanti: ci sentiamo ebbri per la vittoria nel derby, dispiaciuti per l’imprevisto occorso a Luis Alberto, divertiti dall’imperizia aritmetica della panchina romanista, preoccupati per la caviglia di Luis Felipe.
Ci aspetta un turno di Coppa Italia non particolarmente semplice e torniamo finalmente a guardare al Campionato con maggior entusiasmo. Guardate la classifica: a parte le milanesi, tutto può succedere. Per conquistare il nostro “piccolo” scudetto, ossia il 4° posto, dobbiamo approcciare gli avversari sempre con grande spirito di umiltà e piena consapevolezza dei nostri limiti. Con questa mentalità abbiamo vinto il derby!
Ecco perché abbiamo scelto di ricordare la partita di sei mesi fa: adesso sta venendo il bello, e per continuare a vincere dobbiamo avere la consapevolezza che il Sassuolo è sicuramente forte, almeno quanto noi.
Astenersi distrazioni e cali di tensione.
Forza Lazio!
Ugo Pericoli