Dal 18 ottobre, pomeriggio amaro dell'ultimo stop stagionale, la Lazio ha messo assieme, tra Campionato e Champions, sette risultati utili di fila. Proprio in campionato abbiamo cambiato marcia rispetto alle prime uscite: quattro punti in altrettante gare, all'inizio. Poi dieci punti nelle ultime quattro esibizioni. A ciò aggiungete la vittoria e i due pareggi accumulati in Champions e avrete la sintesi della metamorfosi. Quando una squadra alimenta la propria serie positiva vuol dire che sta bene, che è conscia delle proprie possibilità, che ha ritrovato smalto. E la produzione di occasioni conferma l'impressione. La Lazio post-Sampdoria (quanto eravamo stati brutti a Marassi...) ha inanellato prestazioni, piacendo per la fluidità delle trame offensive e per la ritrovata verve di alcuni imprescindibili interpreti, come Luis Alberto e Correa, ad esempio. Aggiungete che aver tenuto la porta inviolata a Crotone, pur davanti ad un attacco certo non atomico, è un altro indice di buona salute, forse perché Leiva è tornato ad essere frangiflutti essenziale davanti al pacchetto arretrato. Avevamo pensato tutti che, dopo la gara con la Juve, il calendario avrebbe spianato e ci avrebbe strizzato l'occhio. Dobbiamo cavalcare l'onda, allora, perché il Campionato è apertissimo e ancora senza padroni. E una Lazio così manovriera e finalmente ritrovata può certamente inserirsi nella lotta al vertice. G.Bic.