Una partita presa di petto sin dai primi istanti. Lazio corta, feroce nel pressing. Con ribaltamenti di fronte e di gioco, scambi stretti, passaggi rapidi e ficcanti, sempre con la palla a terra, raramente in aria. E poi la determinazione, la cattiveria nei contrasti. Della serie a casa: giochiamo noi, questo è il nostro catino infuocato e per voi, avversari, non c'è scampo. Eccola, la Lazio che, nei primi trenta minuti, ha demolito il Bologna. E che a molti Laziali con i capelli bianchi ha ricordato la Lazio del '74. Quella che, soprattutto all'Olimpico, in quelle domeniche senza auto per via delle misure di austerity, vinceva le partite nella prima mezz'ora. Segnando, raddoppiando e poi gestendo. Come è accaduto poche ore fa nell'ennesimo match interno vinto in casa. Una avventura, quella del '74, che si concluse con il primo, meraviglioso scudetto posto sul petto. Una storia, quella della Lazio di Inzaghi, che già adesso, a tre mesi dall'epilogo del Campionato, con una serie di records collocati in bacheca, sa già di romanzo... G.Bic.