Come per la Lazio in generale anche la per difesa biancoceleste c'è stato un pre-Covid e un post-Covid. Fino alla fine di febbraio avevamo la retroguardia meno bucata della A. Poi, al ritorno in campo, anche perché Leiva, il nostro insostituibile frangiflutti non c'era più, abbiamo subito quasi venti gol in dodici gare. A conti fatti la Lazio ha chiuso il Campionato con la seconda migliore difesa alle spalle della primatista Inter, piazzandosi pure davanti alla Juve. Ma i quarantadue gol incassati in trentotto gare sono troppi, pure al netto dei nove rigori che ci sono stati fischiati contro. Lo sapete bene, il rendimento della difesa è costruito sulle prestazioni individuali, certo, ma pure dalla protezione, dal filtro che effettua la squadra intera. Come dire, senza Leiva, senza Lulic, che spesso aiutava Radu, con una condizione fisica che, da giugno in poi, è apparsa un po' deficitaria, era chiaro che la difesa sarebbe andata in sofferenza. Come purtroppo puntualmente è accaduto. Essere comunque la seconda difesa meno battuta della A deve essere adesso un motivo per migliorarsi. Potenziando il reparto, a livello di alternative, ma anche ingaggiando centrocampisti di gamba e ardore che limitino i rischi per i nostri difensori. Una squadra di calcio è come un'armonica. E il rendimento di un settore di campo, al netto delle prestazioni dei singoli, è inevitabilmente il riflesso di come tutto il gruppo rende e si comporta. G.Bic.