Diciamoci la verità: con tutti i gironi di ferro che potevano capitarci avremmo messo la firma per ricevere dall'urna di Ginevra un raggruppamento così. In cui c'è una grandissima favorita, il Borussia, squadra giovanissima ma ricchissima di talento, e due altre formazioni con le quali la Lazio, se concentrata e fisicamente al massimo, può tranquillamente giocarsi il secondo posto, ovvero Zenit e Bruges. Con i russi gioca l'iraniano Azmun, vecchio pallino di Tare, mentre i belgi sanno pungere in attacco ma registrano una difesa da gruviera. Insomma, fatti due conti, la Lazio può dire la sua. Sarebbe andata peggio se fossimo capitati nei gironi capitati a Inter e Atalanta, in cui seconde e anche quarte sorteggiate sono compagini di altissimo rango. Certo, servirà una Lazio di ferro, che sappia capitalizzare la occasioni in attacco, soprattutto. Ma possiamo giocarcela, certamente. Soffrendo maledettamente contro i gialloneri del Dortmund, vero avversario terribile, ma poi mostrando le nostre credenziali contro russi e belgi. A San Pietroburgo e sui canali della Venezia del Nord: oltre che all'Olimpico il nostro destino in Champions passerà da qui. Prima missione è comunque restare in Europa, ricordiamolo: arrivando secondi nel girone e proseguendo l'opulenta avventura. Oppure riuscendo a tenere, al termine delle sei sfide, il terzo posto. Che vorrebbe dire entrare in scena, dal prossimo febbraio, in Europa League. G.Bic.