Cari fratelli Laziali,

la passione che da 123 anni fa battere i nostri cuori non è stata affievolita dalla delusione per le mancate vittorie con Lecce ed Empoli. La rabbia e la frustrazione che ci hanno assalito domenica sera hanno prontamente lasciato il passo alla fiducia nella squadra e nel tecnico, forti del fatto che ci troviamo ancora nel girone di andata.

E quindi, sotto con il prossimo avversario, il Sassuolo. Gli Emiliani sono (troppo) giovani e forti ma non rappresentano di certo la “classicità” della Serie A: è la prima volta, infatti, che ricordiamo un precedente con il Sassuolo, ed approfittiamo del decimo anniversario della prima sfida giocata nel Mapei Stadium.      

Torniamo dunque al 29 settembre 2013, alla sesta giornata del Campionato di Serie A 2013-14.

Il campionato precedente non si è chiuso positivamente e la campagna di rafforzamento non è stata indimenticabile. Per il Sassuolo è una prima volta, è una squadra formata quasi completamente da illustri sconosciuti: Pegolo, Marzorati, Bianco, Acerbi, Schelotto, Kurtic, Magnanelli, Missiroli, Ziegler, Zaza e Berardi. Eusebio Di Francesco, romanista doc, dispone di una panchina lunga: Pomini, Alexe, Laribi, Floro Flores, Rosati, Pucino, Longhi, Masucci, Rossini e Farias.

Vladimir Petkovic sta facendo fatica a trovare la quadratura del cerchio. Non ha a disposizione il miglior Lulic e manca un certo Miro Klose; lascia Biglia in panchina e piazza il solo Ledesma davanti alla difesa. Non è certo una Lazio d’assalto: Marchetti, Cavanda, Ciani, Dias, Pereirinha, Ledesma, Candreva, Onazi, Hernanes, Ederson e Floccari. In panchina il baby Strakosha, poi Biglia, Cana, Guerrieri, Gonzales, Vinicius, Lulic, Felipe Anderson, Keita e Perea.

Nel primo tempo combiniamo poco o nulla, a parte un bel tiro di Candreva. Il Sassuolo ha corso più di noi e ci ha messo in forte difficoltà senza ottenere quel vantaggio che avrebbe meritato. I diecimila del Mapei hanno sventolato i vessilli neroverdi: sono neopromossi, bloccare la Lazio nella propria metà campo non è un risultato da disprezzare. A inizio ripresa, Petkovic sostituisce Onazi con Gonzalez sulla fascia sinistra, lasciando Ledesma ed Hernanes davanti alla linea di difesa e Candreva, Ederson e Floccari a pungere davanti.

Alla prima occasione andiamo casualmente in vantaggio: corner di Candreva, Dias – ritratto nella foto nell’attimo in cui svetta di testa - batte sul tempo anche i compagni e segna un gol da campione: 1 a 0 per noi, con il minimo sforzo. Il Sassuolo riparte immediatamente ma la fortuna sembra essere dalla nostra parte. Azione di alleggerimento, sulla quale i difensori neroverdi lasciano un po’ troppo campo alle gambe di Candreva, Antonio controlla lungo l’out poi improvvisamente si accentra lasciando partire il suo sinistro. Sembra un colpo di biliardo, il pallone colpisce l’angolo interno del palo e si deposita dall’altra parte della rete, sulla destra. È un 2 a 0 che più bugiardo non si potrebbe. Trotterelliamo verso il centro del campo mentre i nostri avversari sono già lì ad attenderci. Petkovic adesso vuol tenere palla, getta nella mischia Biglia posizionandolo sulla stessa linea di Ledesma ed Hernanes.

Sono tre ottimi palleggiatori, nulla da eccepire, fatto sta che faticano a tenere palla lasciando troppo isolato Floccari, con il solo Candreva a tentare il contropiede. Dopo soli dieci secondi è una Lazio sotto assedio: Di Francesco ha inserito due pesi mosca che pungono però più di una zanzara: Floro Flores e Laribi. In una bella azione manovrata, il Sassuolo accorcia le distanze con Schelotto, 1 a 2 quando manca ancora una vita da giocare. Petkovic vuole difendere il 2-1: inserisce Cana al 30′ ma non cambia nulla. Il Sassuolo è sempre più arrembante, Marchetti si oppone come può ma deve capitolare al 77’ quando Floro Flores lascia partire un missile che gli piega le mani. Un mezzo errore di Federico? Anche se fosse, a lui si deve il punto del pareggio in quel pomeriggio di Reggio Emilia. Salverà due volte il risultato, su altrettante “dormite” del trittico difensivo Ciani-Cana-Dias. L’incontro si concluderà sul due pari.

Qualcuno storse la bocca ritenendola un’occasione persa. Noi diciamo che guadagnammo un punto contro una squadra che – andate a rileggervi la formazione – si sarebbe mostrata nel corso di questo decennio più futuribile della nostra.

Di quella Lazio, tra titolari e riserve, non c’è più nessuno ad eccezione di Felipe Anderson. Non occorre essere dei tecnici esperti per affermare che nel corso del decennio la Società si è migliorata tanto, almeno per quanto riguarda i titolari.

L’anno nuovo è iniziato da più di due settimane ma la vera Lazio non si è vista ancora in questo 2023: possano i Nostri regalarci i tre punti facendoci stappare una bottiglia al termine della partita dell’ora di pranzo. Forza Lazio!

Ugo Pericoli