Cari fratelli Laziali,

siamo soliti dire che il calcio “moderno” è fatto da troppe partite che si susseguono a ritmi forsennati.

Come state per leggere, anche all’alba degli anni Settanta le partite potevano svolgersi a distanza di poche ore l’una dall’altra. E che partite!
Oggi vi riportiamo indietro al 27 settembre 1970, alla prima giornata del Campionato di Serie A 1970-71 che prevede proprio Milan – Lazio. 

Il Milan è allenato da Nereo Rocco, un maestro di calcio dal volto antico: Cudicini, Anquilletti, Zignoli, Rosato, Schnellinger, Biasiolo, Rognoni, Combin, Benetti, Rivera e Prati. A disposizione del mister triestino ci sono Belli e Luigi Maldera, il fratello maggiore di Aldo, che sta crescendo assai bene nel Milan Primavera.

Lorenzo manda in campo una Lazio abbottonata: Sulfaro, Facco, Legnaro, Governato, Polentes, Wilson, Massa, Ferruccio Mazzola, Chinaglia, Fortunato e Morrone. In panchina vanno Di Vincenzo e Dolso.

Tanto per cambiare, il nostro campionato deve ancora cominciare che la squadra naviga già in un mare di polemiche. Giorgio Chinaglia ha infatti chiesto al Presidente Lenzini di essere ceduto alla prima finestra utile di mercato. Non ha gradito l’eliminazione dalla Coppa delle Fiere. Solo quattro giorni prima, la truppa di Lorenzo ha incrociato l’Arsenal ad Highbury. Che a Londra le cose non fossero semplicissime si era capito fin dal principio: decimo minuto, londinesi subito in vantaggio con Radford. Giorgio ci teneva a fare bella figura nella “sua” Inghilterra e quando sul finire Armostrong segnava il gol del raddoppio, aveva iniziato a smoccolare sul campo prendendosela con qualsiasi compagno gli capitasse a tiro. Nel prepartita non c’è molta voglia di scherzare, nonostante sia presente il pubblico delle grandi occasioni.

I nostri tifosi sono più “maturi” della squadra ed infatti, nell’anello superiore di San Siro, campeggia in bella mostra lo striscione del Lazio Club Rocca di Papa (visibile nella foto che accompagna l’articolo). 1.200 chilometri sulle automobili di allora non erano certo una passeggiata ma, ieri oggi e domani, la nostra è una passione vera!

Il Milan assume il comando delle operazioni ma rispondiamo ad ogni affondo senza troppi timori.

Al 13’ è Giorgio ad impegnare severamente Cudicini con un tiro dal limite dell’area. Il nostro capitano, Ferruccio Mazzola, ci tiene a ben figurare nello stadio dove gioca suo fratello Sandro: si trova a meraviglia con Morrone e da un loro scambio, per poco non passiamo in vantaggio. Giochiamo meglio del Milan. Viste dalle tribune, brillano sul prato verde di San Siro le splendide divise da gioco delle due squadre: il Milan, con il suo classico strisciato rosso-nero e noi, con una maglia bluette stile Chelsea. Una muta firmata Umbro, che Chinaglia ha comprato di tasca sua durante le vacanze estive per donarla a tutta la squadra.  

Al 40', quando osiamo sperare di passare in vantaggio, Massa, pressato da Combin e Prati, colpisce in modo scoordinato il pallone. A Sulfaro, posizionato un po’ fuori dai pali, non rimane che raccogliere la sfera dal sacco: 1 a 0 per il Milan.

Secondo tempo: riprendiamo così come avevamo lasciato, in attacco. I padroni di casa vengono graziati dal signor Francescon che non ravvisa l’intenzionalità di Schnellinger in un intervento che manda lungo Legnaro. Poi Cudicini sale in cattedra per respingere due tentativi di Chinaglia prima e di Massa poi. Le lancette scorrono veloci ma non ci abbattiamo. Mancano venti minuti, siamo intorno al 25': Gaetano Legnaro vince un contrasto con Gianni Rivera e avvia il contropiede passando subito a Governato, che smista su Mazzola; Ferruccio si avventura in uno slalom e nessun milanista gli si frappone, a destra, poi a sinistra, poi spara un missile che s’infila al sette sulla sinistra di Cudicini: il numero 1 del Milan si protende in volo, ma nulla può contro il gol della domenica! È il pareggio.

Ci crediamo: Chinaglia impegna ancora Cudicini e facciamo scorrere il pallone fino al 90’, salutando il primo pareggio fuori casa contro una delle pretendenti al titolo. Lorenzo, in una improvvisata conferenza stampa, farà notare come Cudicini sia stato il migliore degli avversari. In effetti lo fu, evitando al Milan una sconfitta casalinga che probabilmente avrebbe meritato.

Fu un risultato illusorio per entrambe le squadre: il Milan avrebbe sì lottato fino alla fine per la conquista del titolo, che andò però ai rivali interisti. Noi arrivammo penultimi, alle spalle di altri rossoneri, quelli del Foggia. Retrocedemmo mestamente ma il Sor Umberto stava per estrarre dal cilindro il colpo che riesce (forse) una volta della vita. Aveva sentito parlare bene dell’allenatore del Foggia, un certo Tommaso Maestrelli; aveva visto all’opera un giocatore giovanissimo e assai promettente, che non passava comunque inosservato per via del suo look da cantante rock: Luciano Re Cecconi.

Non sappiamo se arriveremo secondi né se centreremo l’obiettivo Champions.

Champions o non Champions, la Società dovrà fare acquisti di rilievo se vuole restare ai vertici. Per il nostro centrocampo 2023-24 vorremmo un giocatore universale come Luciano Re Cecconi, uno dei pochi giocatori degli anni Settanta che anche oggi avrebbe un posto da titolare, in un club del calcio “moderno”. Forza Lazio!

Ugo Pericoli