Cari fratelli Laziali,

molti di noi sono in partenza per la scomodissima trasferta di Udine. Come canta il nostro inno, tu non sarai mai sola e anche domenica sera, in un orario che non incoraggia certo una partenza, molti di noi saranno nel settore ospiti della "Dacia Arena".

Come buon augurio, ce ne torniamo a sabato 16 ottobre 1999, alla VI giornata del Campionato 1999-2000

L’Udinese è allenata da un giovane simpatico e promettente, si chiama Luigi De Canio, alla sua prima panchina di Serie A. La sua squadra è ricca di futuribili individualità: Turci, Gargo, Zanchi, Bertotto, Giannichedda, Genaux, Fiore, Jorgensen, Poggi, Margiotta e Muzzi. Si accomoda in panchina con il secondo portiere Renard, poi Bisgaard, Sottil, Van der Vegt, Warley, Esposito e Sosa.

Mister Sven Goran Eriksson deve fare ancora a meno del conte Luca Marchegiani. Spazio dunque a Ballotta, Pancaro, Nesta, Mihajlovic, Favalli, Conceição, Almeyda, Veron, Nedved, Salas e Boksic. A disposizione dello svedese Mondini, Gottardi, Couto, Marcolin, Inzaghi, Sensini e Simeone.

La Lazio di Sergio Cragnotti è una “multinazionale” del Calcio. Molti dei nostri sono reduci dalle trasferte con le rispettive nazionali e solo 24 ore prima dell'incontro, Eriksson ha avuto la lista dei disponibili. La rosa è semplicemente fantastica, possiamo rinunciare a gente del calibro di Luca Marchegiani, Roberto Mancini o del Cholo Simeone, solo per fare qualche nome. Già al 2' una progressione dell’Alieno Boksic finisce fuori di poco. All'8' è Veron (ritratto in una fase di gioco) ad entrare in area e tirare addosso a Turci. Al 22' una bella azione corale è fermata per un millimetrico fuorigioco di Almeyda. Giochiamo praticamente da soli e al 30' passiamo con Veron: gran destro al volo su un traversone di Pancaro. Al 43' il raddoppio porta la firma di Boksic che, con un destro piazzato, sigla la rete. A primo tempo quasi scaduto è Salas a sfiorare il tris ma dopo aver dribblato anche Turci centra l’esterno del palo.

Secondo tempo: al 57' Muzzi spreca la grande occasione per riaprire la partita, tirando sopra la traversa a due metri da Ballotta. Due minuti dopo è Bertotto a calciare mandando la sfera fuori di un soffio. Ci mettiamo in posizione di attesa, il due a zero sarebbe già un gran risultato ed invece c'è ancora tempo per ammirare la terza rete, siglata con una magistrale punizione da Mihajlovic. È l’84’: tiro di Sinisa, traversa, goal. Uno 0 a 3 che ci riporta al solitario primo posto in classifica ma che noi, scottati dalla bruciante delusione del 23 maggio precedente, salutiamo con indifferente prudenza.

Domenica sera sarà un’altra finale. Speriamo la Lazio si sia lasciata alle spalle la sua minicrisi di risultati.

Auguriamo una “grande” Lazio a tutti i fratelli Laziali, specie a quelli che saranno presenti a Udine. Forza Lazio!

Ugo Pericoli