Cari fratelli Laziali,

si è appena concluso un turno favorevole e non possiamo fare altro che continuare su questa strada mantenendo lo stesso ritmo.

Siamo allo sprint finale per un posto in Europa League 2024-2025. Anche la partita che stiamo per ricordare segnava l’inizio di uno sprint. Quella volta però, in palio non c’era l’Europa ma il ritorno in Serie A.

Vi riportiamo al 9 aprile 1972, alla ventottesima giornata del Campionato di Serie B 1971/72, Monza-Lazio che è quasi un testacoda. 

Il Monza è una delle compagini più antiche del calcio italiano, essendo stato fondato il 1° settembre 1912. È allenato da Franco Viviani, un pisano che dopo aver girovagato in lungo e in largo per il Belpaese si è messo a fare l’allenatore. L’anno precedente ha allenato in Svizzera, più precisamente a Chiasso, dove ha contribuito a far conseguire la promozione nella massima serie elvetica alla squadra del Canton Ticino. Questo il suo Monza: Cazzaniga, Viganò, Piampiani, Fontana, Trebbi, Dehò, Sanseverino, Pepe, Bertogna, Caremi e Ballabio. In panchina il n.12 Evangelista e Bissi.

Per quanto riguarda noi, stiamo viaggiando in mani sicure, quelle di Tommaso Maestrelli. Certo, le cose non sono andate proprio benissimo, occorrerà spingere per risalire. Per di più, quel pomeriggio ci mancherà il nostro giocatore più forte, Giorgio Chinaglia.

Sono le 14:30 di una domenica in cui la primavera non vuol saperne di arrivare. Fa freddo a Monza, il cui piccolo club può contare su uno zoccolo duro di 850 abbonati, tutti originari della Brianza. Ci sono anche altri spettatori, i paganti, che non arrivano a 3600. Tra questi, anche un centinaio di tifosi biancazzurri. Qualcuno è arrivato dalla vicinissima Milano, mentre Adelio Mari, capobanda del Lazio Club Vescovio-Somalia, è giunto al "Gino Alfonso Sada" a bordo di un pullman carico dell’affetto di una cinquantina di tifosi laziali.

La Lazio è però incerottata e con la classica panchina in formato mignon: Bandoni, Facco, Papadopulo, Wilson, Polentes, Martini, Massa, Fortunato, Abbondanza, Moschino e Facchin. A disposizione di Maestrelli, solo Rosario Di Vincenzo e Franco Nanni.

Partiamo bene, Cazzaniga deve intervenire in un’affannosa uscita sui piedi di Facco e successivamente per deviare una bella conclusione di Wilson. Al 17' deve ripetersi, uscendo in presa alta su un insidioso cross di Fortunato e ancora su un bel diagonale di Massa. Franco Viviani esorta i biancorossi a una reazione, che si traduce in un colpo di testa di Ballabio che scalda le mani a Bandoni. Proprio allo scadere della prima frazione, sarà Pepe ad insidiare la nostra porta ma Bandoni rimedia in angolo con una provvidenziale deviazione col braccio di richiamo.

Nella ripresa le due squadre scendono in campo mandandosi reciproci segnali di non belligeranza. La partita scivola nella noia più assoluta. Tuttavia, Facco commetterà un grave errore di distrazione e per poco Ballabio non ci punisce, sparando addosso a Bandoni. Poco più tardi sarà Wilson a dimenticarsi dello scatenato Ballabio, che però fallirà l’occasione facendo tirare un sospiro di sollievo a Maestrelli, già con le mani nei capelli. Ci furono pochissimi secondi di recupero e al 90’ il signor Francesco Panzino mandò tutti negli spogliatoi.

Uno 0 a 0 che diventava il sesto risultato utile consecutivo, un nuovo clean sheet che andava a sommarsi ai tre raggiunti nei tre turni precedenti.

C’era un generale clima di ottimismo e di fiducia, Chinaglia (nella foto articolo la sua maglia semplice e meravigliosa) era pronto al rientro. Avrebbe certamente dato il massimo nel rush finale del campionato, che si sarebbe concluso il 18 giugno 1972.

Il prossimo 18 giugno invece, gli occhi saranno puntati sulla Germania, perché saranno già iniziati da quattro giorni i campionati di Euro-2024. Che, diciamocelo, ci interessano il giusto.

Adesso siamo attesi da un maggio di fuoco, i nostri devono pensare a vincere e basta. Forza Lazio!

Ugo Pericoli