Cari fratelli Laziali, 

molti di voi saranno ancora in vacanza mentre il campionato sta per ripartire. Una estate, questa del 2021, che si farà ricordare, oltre che per il caldo torrido, anche per l’inattesa vittoria agli Europei e per la collezione di medaglie vinte dai nostri atleti alle Olimpiadi.di Tokyo. Un nome su tutto quello di Marcell Jacobs, destinato a diventare, molto probabilmente, un modello per i nostri giovani che impareranno ad amare l’atletica. 

Sucessi che ci hanno colpito ed emozionato, allontanandoci dalle tossine che innegabilmente sono contenute nel gioco che più amiamo. Ma è già nuovamente tempo di tornare ad ammattirci per la nostra Lazio della quale nessuno -  compresi Sarri, Lotito e Tare - può ad oggi dirsi certo sulla formazione che scenderà in campo sabato nella prima con l’Empoli.

Il perché è presto detto: nessuna squadra ha completato la campagna acquisti-cessioni, l’intera Serie A è un cantiere aperto. La situazione economica è assolutamente incerta e si sta cautamente cercando di tornare verso una (nuova) normalità. Di certo ad oggi c’è solo il grande caldo che attanaglia il Paese, l’ennesima prova provata di uno squilibrio ambientale verso il quale nessuno può sentirsi indifferente. 

Restiamo in tema-Lazio rimarcando che anche quest’anno non abbiamo ceduto nessun alfiere e che siamo tra le poche squadre d’Europa a poter annoverare, almeno al momento in cui scriviamo, due campioni europei e uno sudamericano. Le premesse per ben figurare, per arrivare fino lassù ci sono anche quest’anno e non possiamo fare altro che recitare la parte degli ottimisti.

Per il ricordo di oggi facciamo un salto indietro al Campionato 2005-2006 quando, per l’ottava giornata, Empoli e Lazio si incrociano al “Castellani”.

L’Empoli è guidato dal giovane Mario Somma che schiera questa formazione iniziale: Berti Raggi Coda Pratali Bonetto Busce’ Ficini Almiron Vannucchi Tavano e Rigano’. Con lui in panchina Balli, Lucchini, Gasparetto, Moro, Pozzi, Lodi e Serafini.

Anche noi ci presentiamo con un nuovo allenatore: e’ Delio Rossi che nelle prime giornate ha lasciato intravedere qualcosa di buono, sprazzi di un calcio lineare e pulito. Mister Rossi manda in campo Peruzzi, Oddo, Siviglia, Cribari, Zauri, Behrami, Dabo, Liverani, Manfredini, Rocchi e Di Canio. Delio Rossi si accomoda in panchina con Sereni, Cesar, Stendardo, Belleri, Baronio, Pandev e Tare.

La partenza è di quelle col botto, con Paolo Di Canio che dopo tre minuti si trova il pallone sui piedi ma cincischia sul più bello lasciando alla difesa empolese il tempo per liberare. Oltre a Delio Rossi è una giornata importante anche per Tommaso Rocchi che ritorna nella città dove ha giocato 119 gare realizzando 30 gol. Se il tandem Di Canio-Rocchi non appare nelle migliori condizioni psicofisiche, ci pensa Dabo a portarci in vantaggio: e’ il minuto 28 quando, su punizione, il francese sorprende il portiere Berti, Sino a quel momento si era visto soltanto l’errore di Di Canio e, al minuto 16, uno scivolone scomposto di Rigano’, solo davanti a Peruzzi.

Una volta in vantaggio ci siamo preoccupati soltanto di amministrare il risultato, regalando il primo quarto d’ora della ripresa all’Empoli. Un errore tattico e di sufficienza che poteva costare caro: l’Empoli, davanti ad una Lazio remissiva, si rianima trovando le forze per lanciarsi in avanti. Somma tira via Raggi per inserire Pozzi, che fa l’attaccante di mestiere. Una mossa che porta al pareggio prima e poi, ahimoi, allo svantaggio. Gran gol di Bonetto al minuto 9 della ripresa per l’uno a uno, poi - sempre Bonetto - pesca un rigore per un mani di Cribari. Siamo al minuto 14 quando Tavano trasforma il penalty, facendo scoppiare il penalty, Fortunatamente non ci abbattiamo anche perché il vantaggio sembra aver fatto perdere la misura a Rigano’&C.

L’Empoli sale in cattedra e per alcuni minuti subiamo gli attacchi azzurri  senza opporre una resistenza credibile. I toscani si direbbero molto abili nel costruire ed altrettanto scarsi nel finalizzare. Rigano’ sbaglia quel gol che c’è da sbagliare, Tavano ribadisce la sua imprecisione cronica e, anche quando i toscani pungono per davvero, c’è sempre Angelo Peruzzi che non sbaglia un intervento.

Ma c’è soprattutto Fabio Liverani, ritratto nella foto, a prendere per mano la Lazio. Dalla panchina Delio Rossi ha indovinato i cambi: dentro Pandev per Manfredini e anche Tare per un Di Canio con la testa altrove. Piove, il campo è pesante e servono attaccanti di peso. Igli Tare è da poco con noi e ad Empoli gli sovvengono i bei tempi trascorsi in Bundesliga, soprattutto al Fortuna Düsseldorf. In Renania-Vestfalia ha segnato 24 reti in 54 presenze. Con noi segnerà col contagocce, solo 4 reti, inclusa quella che, al minuto 32 della ripresa realizza con un colpo di testa molto preciso, acciuffando un pareggio scaccia-crisi.

Passano solo tre minuti: Fabio Liverani è uno che sa giocare a pallone. È arrivato in un momento particolarmente florido per giocatori dalle sue caratteristiche e spesso è passato un po’ inosservato, messo in ombra da nomi più altisonanti. Al minuto 80 c’è una punizione per noi, assegnata dal signor Tagliavento a circa un metro dal vertice sinistro dell’area. 

Piove che Dio la manda. La Lazio ha avuto il torto di scendere in campo con un completo tutto bianco. I nostri giocatori sono quasi irriconoscibili, coperti come sono dall’appiccicosa coltre di fango rilasciata dal terreno che, da qualche minuto, sembra aver perso ogni proprietà drenante. Si incarica del tiro Liverani. Il pallone assume una traiettoria a giro. Aggira infatti l’intera barriera. Sembra destinato ad uscire ma l’effetto impresso dal biancoazzurro è di quelli irresistibili. Per semplificare, potremmo dire che fa un gol alla Del Piero ma faremmo un grave torto a Fabio Liverani. Fu semplicemente un gran gol, un gol alla Fabio Liverani.

Il Campionato 2005-2006 fu il campionato più controverso degli ultimi trent’anni. Ricordiamo tutti cosa accadde: la Juventus venne retrocessa in Serie B p, noi fummo penalizzati di 30 punti e non potemmo disputare la Coppa UEFA l’anno successivo. A tratti giocammo assai bene e questo fece si che la Lazio venisse considerata una delle rivelazioni del campionato, nonostante i tanti esordienti è un rinnovamento della formazione votato al risparmio, come non si ricordava da anni. Il tempo avrebbe dato ragione a Claudio Lotito e soprattutto a Delio Rossi, uno di quelli che ci hanno fatto vincere, anche in un momento non particolarmente sereno. 

Con “Mi ritorni in mente” vi diamo appuntamento al 12 settembre. Arrivederci a Milan-Lazio. Non ricorderemo Lazio-Spezia perché l’unica sfida risale a soli sei mesi fa! 

Cari fratelli Laziali, vi auguriamo nell’ordine: buone vacanze, una bella Lazio, un bel campionato e una altrettanto bella Europa League! Facciamo fatica anche solo a immaginare la formazione che scenderà in campo ad Empoli, alle 20.45 di sabato prossimo. È il calcio di questo nuovo decennio e ce ne faremo una ragione, prima o poi. 

Forza Lazio! 

Ugo Pericoli