Cari fratelli Laziali,
bentrovati per l’ultimo appuntamento del 2021. Tra poche ore i Nostri scenderanno in campo a Venezia. Ogni volta che nominiamo questa città, Venezia, pensiamo a tutto fuorché ad un pallone. Ci vengono in mente altre cose: piazza San Marco e i suoi piccioni, il giro in gondola, il Canal Grande, il Carnevale. Immagini da cartolina, che sembrano costituire un’arma segreta per distrarre i giocatori avversari, indipendentemente dalle forze in campo. Abbiamo riavvolto il nastro del tempo. Guardate l'immagine che proponiamo: ritrae l’hotel Cavalletto. In questo albergo alloggiò una delle pochissime Lazio vittoriose in riva alla laguna. Vincemmo per 2 a 0, ma oggi non ci piace ricordare quella data, che corrisponde al giorno in cui la asroma vinse il suo primo scudetto. Una vittoria davvero insipida, che non ha lasciato traccia. E allora, di quale Lazio parlare? Non abbiamo scelta, le statistiche indicano solo grigi pareggi e sonore sconfitte. Meglio dunque parlare di una di queste ultime, probabilmente la più clamorosa, occorsa ad una delle Lazio più forti e vittoriose di sempre.
Era il 5 gennaio 2000 e per la quindicesima giornata del Campionato
di Serie A 1999-2000 Venezia e Lazio si incontravano nuovamente a mezzo secolo
di distanza.
Il Venezia gioca con Konsel, Carnasciali, Cardone, Luppi,
Dal Canto, Valtolina, Iachini, Volpi, Berg, Maniero e Ganz. In panchina siede
un giovane toscano, dalle calvizie precoci e un sorriso contagioso. Si porta in
panchina Casazza, Borgobello, Budan, Marangon, Nanami, Bianchi e Pedone.
Non stiamo attraversando un periodo di gioco smagliante ma
siamo pur sempre primi in classifica: Marchegiani, Negro, Nesta, Mihajlovic,
Favalli, Stankovic, Veron, Sensini, Nedved, Mancini e Ravanelli. Eriksson ha a
disposizione la solita Lazio-due: Ballotta, Pancaro, Conceição, Couto,
Lombardo, Salas e Simeone.
Vorremmo risparmiarvi il resoconto della partita. Ci
limitiamo perciò a dirvi che l’inizio dell'anno non avrebbe potuto essere
peggiore. Perdemmo senza alcun alibi, nemmeno un campo ai limiti della
praticabilità poteva giustificare una sconfitta simile. Il Venezia parte di
slancio e già al 18' è in vantaggio con Ganz che raccoglie un cross rasoterra
di Maniero e da pochi metri insacca alle spalle di Marchegiani. Accusiamo il
colpo e non reagiamo nemmeno, anzi sono i veneti ad andare ancora vicini alla
rete, sempre con Ganz. Alla mezz'ora c'è la prima azione degna di nota: Negro,
dopo una mischia, spara alto da buona posizione. Al 45' è Salas a sprecare un
prezioso invito di Ravanelli. La ripresa inizia con il Venezia totale padrone
del centrocampo. Al 56' arriva il raddoppio grazie ad un lancio di Ganz per
Maniero che di testa porta a due le reti dei veneziani. Perdemmo la testa della
classifica, venendo scavalcati dalla Juventus, 32 punti contro 31. Era
mercoledì notte. Dopo settantadue ore, saremmo riscesi in campo per incontrare
il Bologna, nell’indimenticabile notte del nostro Centenario.
Analogie? Poche purtroppo, tranne un paio di strane coincidenze
che da sole dovrebbero bastare per dare ai nostri giocatori una bella strigliata:
oggi come ieri si giocava del periodo natalizio. Anche quella volta si giocava
di mercoledì, in un orario confuso e infelice.
Sapete? Non dovrebbe interessarci dove alloggeranno i Nostri
questa notte. Ma vorremmo che fosse un luogo spartano e assai poco
“vacanziero”. Vorremmo che avessero una grande rabbia in corpo per riscattarsi
da quel che non hanno fatto, almeno finora. Solo così, potranno azzittire
chi giustamente li contesta. Con i risultati, che per un tifoso contano più di
ogni altra cosa.
Confidiamo in una vittoria scaccia crisi. Per trascorrere meglio queste feste, in compagnia dei nostri amici e parenti, tra i quali non mancheranno di certo lupacchiotti pronti a “stuzzicarci”, tra una portata e l’altra. Arrivederci al 6 gennaio 2022! Buon Natale a tutti! Forza Lazio!
Ugo Pericoli