Cari fratelli Laziali, 

bentrovati a tutti, specialmente a chi era presente all’Olimpico domenica pomeriggio. Il caldo “moderno” è stato clemente e non ha gravato sui tantissimi tifosi che hanno interrotto le ferie fuggendo dalle località balneari per sei o sette ore. Ne è valsa la pena e a sera la Via del Mare, la Pontina e la Cristoforo Colombo erano percorse da automobilisti in festa per per la prima vittoria della Lazio in Campionato, Non ci sono stati pareggi, hanno vinto tutte le “forti” o presunte tali. Speriamo ci ritrovarci a punteggio pieno sabato prossimo! 

Per l’amarcord di oggi torniamo indietro di 45 anni, al Campionato 1976-77. È la dodicesima giornata quando andiamo a far visita ai Campioni d’Italia. Gigi Radice manda in campo la formazione-tipo del Torino: Castellini Danova Salvadori Patrizio Sala Santin Caporale Claudio Sala Pecci Graziani Zaccarelli e Pulici. 

Luis Vinicio ha una panchina cortissima ma i titolari ci sono tutti, a parte Luciano Re Cecconi. “Cecco”, infatti, sta faticando a riprendersi dall’infortunio ma sembra che il dottor Ziaco gli abbia promesso che rientrerà in campo nel giro di qualche giorno. E quindi sotto con Pulici Ammoniaci Martini Wilson Manfredonia Cordova Garlaschelli Agostinelli Giordano D’Amico e Badiani.

In panchina ci sono il giovane portiere di riserva Claudio Garella, il lungo Pighin e il bel tenebroso Nando Viola. 

Ha smesso di nevicare su Torino venerdì, in tarda serata. È una giornata freddissima, con cumuli di neve a bordo pista. Il signor Gussoni di Tradate comanda l’avvio delle operazioni alle 14.30 in punto. 

I granata partono bene: al quarto minuto, su un cross dalla destra di Patrizio Sala, arriva la prima palla-gol sul piede Pulici, Ottimo controllo ma tiro da dimenticare. Al minuto otto passiamo inaspettatamente in vantaggio: incertezza dei torinisti a metà campo, tentativo maldestro di liberare da parte di Danova che, involontariamente, favorisce Martini. Venti metri di corsa del “Comandante”, affannoso e vano tentativo di recupero da parte di Patrizio Sala. Bel pallonetto e 1 a 0 per noi.

La reazione granata è decisa, con Claudio Sala che trascina la squadra. Pecci ci prova dal limite dell’area, dribbling alla “Lazzari” e tocco laterale di Salvadori a impegnare severamente Felice Pulici in una difficile parata a terra, 

Quattro minuti più tardi Santin conclude a rete una bella giocata tra Sala e Graziani, con Felice Pulici attentissimo a respingere la minaccia. 

Passano sessanta secondi e ancora Patrizio Sala serve Zaccarelli che però spedisce alta la nuova palla-gol. Quanto ancora si può resistere all’assalto dei Campioni d’Italia? Alla mezz’ora Cordova sfiora l’autogol, svirgolando il pallone, salvandosi fortunatamente in corner. Sul tiro della bandierina il “poeta” Claudio Sala va a posizionarsi al limite dell’area. Il cross dal vertice arriva proprio dalle sue parti: bolide rasoterra, un destro mortifero che vale il pareggio, 

Per noi sarebbe tutto da rifare ma neppure il tempo di gioire per i granata che segnamo ancora. Claudio Sala sbaglia il tocco sulla destra. Partiamo così in contropiede, con Gigi Martini che apre per D’Amico sulla sinistra. Vincenzino e’ leggero come una piuma, saltando avversari e compagni come birilli. In dribbling evita il tackle del rientrante Sala, aggira Salvadori, uccella Caporale e mette al centro. Quel che ne segue è un batti e ribatti davanti a Castellini, Danova, Santin e Caporale. 

All’isolato Garlaschelli, cosi, riesce di battere due volte a rete. Sul suo secondo tiro la palla si infila. Siamo cosi nuovamente in vantaggio: 1 a 2.

Il Toro si infuria, Manfredonia e Badiani giocano un po’ troppo sopra le righe. Gussoni si mostra benevolo oltremodo. Nuova palla-gol per Pulici ma l’ex “Puliciclone” sembra aver esaurito la potenza di cui era dotato nella stagione precedente. Indugia troppo nel tirare fallendo così l’occasione! Andiamo negli spogliatoi mentre Gussoni viene circondato da maglie granata. Colloqui civilissimi e educati, nulla che possa lontanamente ricordare alcune gazzarre del calcio di oggi. 

Ripresa: è il quinto minuto, Pecci oppone il piedino a un rinvio di Manfredonia, la palla si impenna. Pecci la doma, resiste ad una nuova carica di Badiani e dal fondo centra per Zaccarelli che arriva lanciatissimo sulla sinistra: botta rasoterra al volo e 2 a 2. Un gol davvero bello sul quale “il nostro” Pulici nulla può. Il Toro deve vincere a tutti i costi perché è in atto un duello a distanza con la Juventus, determinata a strappare lo scudetto ai rivali concittadini. Pulici, con un pallonetto, tenta il gol del vantaggio ma Felice para in presa. Passano altri quattro minuti e al decimo il Torino va in vantaggio per la prima volta. Pecci per Salvadori che corregge per Zaccarelli sulla sinistra. Sul centro in corsa del compagno, Salvadori brucia sul tempo Felice Pulici deviando in rete di testa: 3 a 2 per il Toro e tutto da rifare per noi. 

Manfredonia se la prende con Badiani mentre Martini e Wilson mostrano più tranquillità avviandosi velocemente verso il centro del campo. Pare fatta per il Toro ma il nostro contropiede, fortemente cercato da Vinicio, si fa sentire immediatamente. Così al minuto 29, dopo che Viola ha sostituito l’indolenzito Martini, su un innocuo lancio lungo dalla sinistra di D’Amico, Santin respinge di testa su “Brunetto” Giordano . Danova e Caporale vanno a farfalle mentre l’incredulo Garlaschelli supera Castellini con una botta da un metro: 3 a 3.

La reazione granata, stavolta, è meno convinta. Claudio Sala è meno lucido e si intestardisce in tentativi personali, fumosi, avventurosi e vani. Patrizio Sala mette ancora al centro, scavalca la linea dei difensori e degli attaccanti, piomba Santin che stoppa la palla al volo e fa partire un bolide che rimbalza contro la traversa.

I nostri “fanno i vaghi” e continuano a cercare il contropiede. Al minuto quaranta errore di Pecci a centrocampo, ci lanciamo per la terra granata con Garlaschelli e Badiani. Molto probabilmente sono entrambi in fuorigioco ma a Gussoni stanno simpatici. Non gli fischia l’off-side: Renzo Garlaschelli (ritratto nella foto con la meravigliosa maglia scudettata) si presenta solo, a cinque metri da Castellini. Poteva essere la sua tripletta per un memorabile 3 a 4. Ma poteva bastare in quanto ad emozioni, 

Sabato pomeriggio occhio, potrebbe non bastarci il pari. Mentre vi scriviamo arriva la notizia di un nuovo importante interessamento di Claudio Lotito per la ristrutturazione dello Stadio Flaminio al fine di trasformarlo nella nuova “casa della Lazio”.

Se ne saprà di più a fine agosto. Se Claudio Lotito riuscirà davvero in questa impresa diventerà una colonna portante della storia della Lazio. Forse, quella più importante. La Stadio Flaminio sarebbe un sogno che si realizza. “Eh ma 40.000 posti è piccolo… eh, ma i parcheggi…”. Se qualcuno la pensasse in tal maniera, lo invitiamo a non seguirci più’! Forza Lazio! 

Ugo Pericoli