Cari fratelli Laziali,
temiamo che l’esordio negativo in quel di Como non sia stato un incidente di percorso.
Non che ci fossimo illusi più di tanto, dopo la roboante vittoria sul Verona. A Reggio Emilia, contro un timidissimo Sassuolo, abbiamo giocato peggio che sulle rive del lago lombardo. Sappiamo che ci siamo addentrati in un territorio che non ci compete, ma permetteteci di dire che - andando in giro per la Città - abbiamo respirato aria di preoccupazione intorno alla nostra Lazio.
Alzi la mano chi avrebbe preferito disputare il Derby in un altro momento! E invece il Derby è alle porte e perciò bando ai mugugni e tuffiamoci in un vecchio derby di un quarto di secolo fa. Sarà per via del colore o delle immagini in alta definizione, che sembra sia passato meno tempo.
Sta finendo il week-end. Logorati come sempre dall’attesa, finalmente è arrivata l’ora. Sono le 20:30 del 6 marzo 1994 e per la XXVI giornata del Campionato sta per disputarsi il Derby di ritorno.
Zoff manda in campo Marchegiani, Negro, Bacci, Di Matteo, Bonomi, Bergodi, Fuser, Winter, Boksic, Gascoigne e Signori. A disposizione ci sono Orsi, Di Mauro, Favalli, Sclosa e Casiraghi.
Dall’altra parte c’è una Roma in forti difficoltà di classifica. Non tutto sta funzionando come vorrebbe il tecnico Carletto Mazzone. Il sor Magara manda in campo Cervone, Garzya, Lanna, Mihajlovic, Aldair, Carboni, Cappioli, Piacentini, Balbo, Giannini e Bonacina,
Cristiano Bergodi ha messo in croce Zoff tutta la settimana. Giammai avrebbe saltato il Derby! Favalli, che sente molto meno la partita, si accomoda in panchina con il suo solito sguardo da bravo ragazzo. Non passano quattro minuti che Bergodi viene colpito duro. Cristiano appare subito molto dolorante e Zoff fa immediatamente cenno a Favalli di togliersi la tuta. Il suo ingresso in campo coincide con un nuovo lancio di fumogeni dalla Sud. La curva Nord spinge con la voce, in Sud hanno pensato che una cortina fumogena complicherà i piani della Lazio.
Passa un minuto, Winter - evidentemente ben abitualo alle brume olandesi, non si fa intimidire, s’invola leggero lato Monte Mario e rimette al centro un traversone millimetrico per Signori. Beppe colpisce la sfera di collo pieno, Cervone – anch’egli vittima di quel fumo (che nel frattempo ha iniziato a far bruciare gola ed occhi) nemmeno vede partire il bolide scagliato da 8-9 metri. Palla dal basso verso l’alto, quasi sotto il sette. In Nord ci abbracciamo impazziti – abbiamo capito poco – ma l’esultanza di Beppe Gol (ritratto nella foto) non lascia adito a dubbi. Siamo in vantaggio e sono passati 5 minuti.
E ora che si fa?
Non siamo abituati a segnare un goal nel Derby alla prima occasione. La Roma prova a reagire e diventa pericolosa. Soprattutto con Cappioli, che appare meno timido dei compagni e – colpevolmente lasciato libero dai nostri difensori, si prende il lusso di tirare a botta sicura. Forse prende un po’ il terreno e il tiro risulta soffocato, dando modo a Marchegiani di parare in scioltezza. Ma la Roma insiste e alla mezz’ora Giannini incorna molto bene. Il pallone termina alla sinistra della porta e in Curva Nord restiamo ammutoliti. Poco dopo si fa male Gascoigne. Non ci voleva questa per Gazza. Non riesce a giocare una partita intera da tempo immemore. Ma non c’è tempo per i rimpianti, bisogna portare il vantaggio dentro lo stanzone degli spogliatoi.
In Nord ci sentiamo confidenti anche se, qualcuno lo riconosce, i nove punti in più sulla Roma non è che si siano visti. La Roma ha giocato con più grinta, anche troppa. E infatti, Bonacina, per il troppo ardore, fa una mossa di kung fu a Signori, che ruzzola a terra. Il signor Luci non se la sente di estrarre il rosso ma quel giallo, sul groppone del centrocampista, suggerisce a Mazzone qualche cambio tattico.
Su una di queste sostituzioni, facciamo la nostra prima conoscenza con Francesco Totti. È veramente un ragazzo, dai giornali abbiamo appreso che sta facendo la differenza nella Primavera ed è ormai pronto alla prima squadra.
In effetti, i primi due palloni che tocca li lavora assai bene. Passano pochi minuti e siamo veramente fortunati, perché Balbo colpisce di testa angolando bene, spiazza addirittura Marchegiani, sembra un colpo da biliardo, tratteniamo il fiato mentre osserviamo la sfera picchiare nettamente il montante sinistro, tornare in campo per poi, finalmente, essere allontanata da Negro in modo risolutivo. Sentiamo forte la mancanza di Gascoigne, che era l’unico che metteva in appensione il centrocampo giallorosso; Signori sembra infatti essersi spento troppo presto mentre Boksic gioca con una certa sufficienza, almeno a noi in Nord così pare. La Roma è decisamente nel suo momento migliore. Ancora sotto Monte Mario, un po’ più defilato da dove Winter aveva messo in area l’assist per Signori, adesso ci sono Negro e Totti. Il nostro difensorenon lo conosce ancora bene, nessuno a dire il vero conosce il potenziale del giovane romanista. Fatto sta che Totti scappa via, e Negro, nel tentativo di sottrargli il pallone viaggiante, gli aggancia il piede d’appoggio. Per il signor Luci è rigore. Mentre nella Sud si scatena un sabba infernale, Luca Marchegiani si rinforza la presa dei guantoni, come se fosse un catcher su una base di un campo da baseball. E invece è all’Olimpico, tra i pali della porta sotto la Sud, ha davanti a sé Giannini che non guarda altro che in terra e alle spalle la curva giallorossa, che spinge come un’indemoniata. La Nord canta “Serie B – Serie B”, un coro beffardo ma al contempo pieno di rammarico, perché pareggiare un Derby in questa maniera equivarrebbe una mezza sconfitta.
“Glielo para!” - grida una signora con qualche chilo di troppo, un paio di file sotto di noi. È una frazione di secondo: dalla nostra visuale nella lontana Nord, Marchegiani ci appare come una minuscola figuretta che si distende – nemmeno poi tantissimo – e va a neutralizzare il rigore del pareggio romanista.
E che ci importa che stiamo per tornare in Coppa Uefa! A noi importa soltanto che il Derby sia a portata di mano. Passano altri minuti, c’è da soffrire un po’, come sempre, ma questo derby tanto temuto lo abbiamo messo in cassaforte.
Un nuovo Derby è vicino. Ci arriviamo – è il caso di dirlo – con i giocatori contati, che ormai conosciamo praticamente a memoria. Alla Roma mancherà un giocatore importante, almeno così dicono da Trigoria. Ne abbiamo vissuti tante ma una vigilia come questa, che pone fine ad un’estate imperfetta ancorché priva di campagna acquisti, dobbiamo dire che ci mancava.
Forza Lazio!
Ugo Pericoli