Cari fratelli Laziali,
stiamo attraversando un periodo certamente non semplice. Nei nostri amarcord non manchiamo di rimembrare tutte le Lazio della nostra vita, incluse le domeniche meno fortunate dal punto di vista del risultato. Ma stavolta non ne abbiamo proprio voglia!
In vista dell’imminente sfida con il Milan ce ne torniamo dritti dritti al 21 aprile 1974, quando per la 26° giornata andavamo a far visita ai Rossoneri.
È il Milan di un giovanissimo Giovanni Trapattoni. Manda in campo il portiere Pizzaballa, suo coetaneo, poi Anquilletti, Sabadini, Lanzi, Turone, Aldo Maldera, Bergamaschi, Biasiolo, Tresoldi, Bianchi e Chiarugi. Con lui in panchina ci sono il numero 12 Cafaro, Vincenzi e il baby della Primavera Walter De Vecchi.
Tommaso Maestrelli manda in campo la formazione che conoscete a memoria come una bella poesia e che riportiamo solo per dovere di cronaca: Pulici, Petrelli, Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi e D'Amico. A disposizione di Tommaso, Avelino Moriggi, Luigi Polentes e Paolo Franzoni.
Tra noi e lo Scudetto c'è uno scoglio da superare: è il Milan, la squadra rossonera delusa da un campionato mediocre che ha costretto Albino Buticchi ad esonerare un totem come Nereo Rocco e affidare la panchina al giovane Trapattoni. Il futuro Trap nazionale ha per le mani alcuni giovani di talento, come Aldo Maldera e Walter De Vecchi. Maestrelli manda in campo la formazione tipo. Sono tutti in ottima forma ma, anche se così non fosse, nessuno della Banda Maestrelli darebbe forfait in una domenica come questa. Quanto ai fratelli Laziali di quell’epoca, stazionano sulla tribuna pigiati come sardine. Sono circa 18.000, giunti a Milano in macchina, pullman e treni speciali. Si noti, nella meravigliosa foto che vi proponiamo, un vessillo con i nostri colori sorretto da un tifoso in tribuna, sulla destra.
Giochiamo con il lutto al braccio; è mancato l'ex presidente Massimo Giovannini. La partita inizia al piccolo trotto e passano parecchi minuti prima di vedere un tiro in porta.Che è di Chinaglia, ma Pizzaballa è pronto nel respingere il suo tiro su punizione, calciato proprio dal limite dell’area. Verso la metà del tempo è Chiarugi, dopo una discesa, a impegnare Felice con un tiro in mezza rovesciata.
Verso lo scadere del primo tempo è Bergamaschi, con un tiro dal limite, a tentare un tiro ma Pulici non si fa sorprendere. Il primo tempo finisce qui, senza altre azioni degne di nota.
La ripresa inizia con una discesa di Tresoldi che salta Nanni,Oddi e Petrelli, passa a Biasiolo ma Pulici sventa in angolo. Reagiamo, e al termine di una triangolazione tra Nanni e Garlaschelli, Renzo calcia a botta sicura ma trova Pizzaballa in uscita disperata. Garla riprende il pallone ma invece di passarlo a Chinaglia, libero a centro area con la porta vuota, tira sull'esterno della rete. Riuscite a immaginarla, l’espressione sul volto di Long John?
Il Milan ci riprova con Tresoldi che trova in area Bergamaschi che tira al volo ma Pulici calamita il pallone, quasi per magia. Poi è la volta di Chiarugi: rovesciata al volo e parata di Felice in bello stile. I rossoneri sono stanchi e demoralizzati. Trapattoni fa esordire Walter De Vecchi, futura colonna portante del Milan della seconda metà degli anni Settanta. La Banda Maestrelli addormenta il gioco, rinunciando ad ulteriori affondi. Finirà a reti inviolate. Ci portammo a 38 punti, 3 in più della Juventus. Aveva vinto anche lei, con un secco 2 a 0 alla Sampdoria.
La partita di sabato non presenta nessuna analogia con quella che vi abbiamo appena raccontato. Purtroppo.
Dicevamo che stiamo attraversando un periodo particolare. La Lazio farà di tutto per vincere o – quantomeno – cercare di andare a punti. Qualora dovesse fallire nell’impresa, qualche Laziale sarebbe perfino contento. È una stagione un po’ così e, per noi, il tifoso laziale ha sempre ragione. Forza Lazio!
Ugo Pericoli
