Cari fratelli Laziali,

è ritornata la Lazio guerriera, quella che non molla mai, quella che fa crollare dal trespolo tutte le categorie dei gufi, inclusa quella di (certi) arbitri. Chi ci vuole male, sabato scorso ha rimediato una bella mazzata. Bene, punto a capo.

In vista della sfida con la futuribile Cremonese di questa stagione, vi riportiamo ad un precedente vecchio di 36 anni. Torniamo al 6 settembre 1989, terza di Campionato. I grigiorossi del mitico Tarcisio Burgnich sono scesi al Flaminio per incontrare la squadra che qualche giorno prima, con enorme sorpresa, ha sconfitto a domicilio i campioni d’Europa del Milan.

La Lazio è in formazione tipo: Fiori, Monti, Beruatto, Pin, Bergodi, Soldà, Di Canio, Icardi, Amarildo, Sclosa e Sosa. A disposizione di Beppe Materazzi, ci sono Orsi, Piscedda, Sergio, Alessandro Bertoni e Franco Marchegiani.

La Cremonese risponde con Violini, Gualco, Rizzardi, Piccioni, Montorfano, Citterio, Bonomi, Favalli, Cinello, Avanzi e Dezotti. A disposizione di Burnich ci sono Turci, Ferraroni, Maspero, Galletti e Garzilli.

Al Flaminio ritorna un piccolo-grande ex: Gustavo Abel Dezotti. È stato il primo calciatore straniero che abbiamo potuto abbracciare dalla retrocessione del 1985. Su di lui avevamo riposto troppe speranze e l'annata era stata ricca di delusioni. Se la gente laziale, come suo costume, con Abel si è sempre mostrata affettuosa e paziente, i media cittadini non gli hanno risparmiato critiche e facili ironie. Dezotti è un bravo ragazzo, non nutre risentimenti verso la sua ex tifoseria. Certo, l’idea di tornare a Roma da avversario, ne ha solleticato l’orgoglio e la voglia di riscatto.

Noi cerchiamo una conferma. Vorremmo dimostrare che la vittoria sul Milan non è stata solo il frutto di una fortunata congiunzione astrale. Partiamo subito all’attacco.

Al 5', Amarildo gira di testa a fil di traversa un cross di Ruben Sosa, dando il via all'atteso assedio. Manteniamo il possesso palla ma senza impensierire più la retroguardia grigiorossa. E al 20', puntuale come una cambiale, arriva la rete di Dezotti. Il tiro, apparentemente maldestro, si rivela invece molto efficacie e spezza l'equilibrio dell’incontro. La “Cremo” si arrocca a difesa dell’inatteso vantaggio. Amarildo attende invano palloni giocabili ma l'intesa con Sosa è ancora approssimativa. Ruben prova sempre a smarcarsi ma è come se subisse la presenza di Di Canio, che lotta su ogni pallone e monopolizza il gioco d’attacco.

Materazzi sembra debba pagare la dura legge del contrappasso, perché Dezotti appare molto più rapido rispetto ai nostri difensori, Monti in testa. In tribuna mastichiamo amaro, sentiamo le voci dei giocatori e ne cogliamo perfino gli sguardi, tanto siamo vicini al terreno di gioco. Al Flaminio sta andando in scena una Lazio tutta all'attacco ma la modesta Cremonese sembra insuperabile. Manca poco alla fine della prima frazione, Citterio e Montorfano stanno tenendo bene; fino adesso, Violini è dovuto intervenire solo una volta, al 29', su un insidioso rasoterra di Amarildo.

Materazzi inizia a chiedere che il gioco passi anche per Sosa. E al 44', Montorfano compie l’intervento migliore proprio su un tiro di Ruben. Un minuto più tardi, l'uruguaiano gira intorno a Rizzardi – già ammonito in precedenza - e lo spinge a farsi fare un fallo. Rizzardi cade nel tranello e Luci lo espelle per doppia ammonizione.

Secondo tempo: con l'uomo in più, piantiamo le tende davanti all'area grigiorossa. Al 47', Sclosa si tuffa sul pallone centrato da Icardi ma la sua incornata esce di un soffio.

Un minuto più tardi è nuovamente Dezotti a far tremare Fiori, che si salva allontanando la minaccia. Davanti non pungiamo, né con Sosa né con Di Canio. Al 57', Ruben lascia partire un bolide dalla distanza ma Violini sventa in angolo. Sessanta secondi più tardi, Paolo Di Canio scaglia un destro avvelenato che lambisce la traversa. Al 62', Amarildo fa da torre per Sosa, che gira al volo e scheggia il palo. Il gol è nell’aria. Al 63', Sosa scardina un pallone dai piedi di Gualco e si presenta a tu per tu con Violini. Il portiere ribatte alla disperata ma sulla ribattuta deve capitolare: 1 a 1.

Il Flaminio inizia a spingere con maggiore convinzione ma gli uomini di Materazzi hanno già speso tanto. Al 69', Amarildo (ritratto nella foto articolo durante un allenamento) con un preciso colpo di testa supera Violini ma il tiro viene respinto dal palo; Di Canio riprende e tira nuovamente, ma Violini torna ad esibirsi in un provvidenziale intervento volante. Terminerà in pareggio, un 1 a 1 deludente assai. Dopo aver toccato le stelle nel pomeriggio di San Siro, eravamo subito ritornati sulla terra.

Sabato sera la Lazio ha l’occasione per portarsi a ridosso della zona Europa. Sarri non avrà a disposizione Zaccagni, ossia il migliore della rosa. Non ci sarà neppure Basic. Ma non ci va di parlare di nuovo degli arbitri. Dovrebbe pensarci la Società. Forza Lazio!

Ugo Pericoli