Cari fratelli Laziali,

continua il nostro miniciclo di partite difficili. Domenica ci aspetta una Juventus ferita nell’orgoglio e nella classifica, quella riguardante il suo girone di Champions League.

Vi riportiamo indietro di vent’anni, esattamente al 17 dicembre 2005. È la XVI giornata del Campionato di Serie A 2005/06 nonché il secondo anno dell’era Lotito.

La Lazio di Delio Rossi sente molto questo genere di partite. Giocheranno Peruzzi, Oddo, Siviglia, Cribari, Zauri, Behrami, Dabo, Liverani, Manfredini, Rocchi, Di Canio. A disposizione ci sono Ballotta, Keller, Belleri, Stendardo, Mudingay, Pandev e Tare.

Fabio Capello è alla guida di una grande Juventus: Abbiati, Zambrotta, Thuram, Cannavaro, Chiellini, Camoranesi, Blasi, Vieira, Nedved, Ibrahimovic e Trezeguet. In panchina l’immarcescibile Buffon, poi Balzaretti, Kovac, Pessotto, Olivera, Del Piero e Zalayeta.

Incontriamo una Juventus che si dice convinta di poter uccidere il campionato. Allo stadio non siamo in tantissimi ma quando vediamo Thuram pasticciare nella sua area come un pivellino all’oratorio, iniziamo tutti a soffiare su quel pallone. In effetti Thuram cincischia due volte nella stessa azione, lasciando sulla linea di fondo il pallone a Di Canio che ha tutto il tempo di servire al centro Manfredini, pronto a sua volta a smistarlo a Rocchi, ritratto nella foto, dal cui piede parte il pallone dell'1-0. È il 16’ e i 40.000 presenti sugli spalti esultano proprio come i giocatori in campo.

La Juve si scuote dal torpore iniziale mentre assaporiamo un clamoroso trionfo. La partita è semplicemente splendida, si combatte su ogni pallone, in tutte le zone del campo. I giocatori tradiscono una grande concentrazione e una determinazione che li porta ad esagerare. Pieri ha il suo daffare e tiene i cartellini a portata di mano. Prima mostra un giallo a Vieira e subito dopo a Cribari. Non basterà.

Proprio dalla seconda ammonizione per il fallo di Cribari su Ibrahimovic nasce l'azione del pareggio. Camoranesi batte dalla destra, Nedved devia di naso (!) al centro e Trezeguet di testa batte Peruzzi segnando per l'ottava giornata consecutiva.

In realtà Nedved ha sbagliato l’intervento, il pallone gli si stampa sulla faccia con una certa forza tanto da farlo sanguinare nei minuti successivi.

Da questo momento incomincia un'altra partita, più vivace, ma purtroppo anche più cattiva. Pieri si conferma un arbitro che sorvola su tutto. Ne commetterà di cotte e di crude, quasi esclusivamente in ottica favorevole agli ospiti. Prima un bruttissimo fallo da rigore di Chiellini su Behrami. Poi, sul finire del primo tempo non espelle Nedved -già ammonito- che prende per il collo Liverani, il quale reagisce alla stessa maniera. In un clima da occhio per occhio e di permissivismo da parte di Pieri, la partita è comunque avvincente. Chiellini costringe Peruzzi a una splendida deviazione in angolo. Di Canio non ne ha più e Delio Rossi lo richiama. È il 9' quando Pandev gli subentra. Nessuna delle contendenti parrebbe disposta ad accontentarsi del pareggio ma la Juve dimostra di avere più voglia di vincere, con Camoranesi e Nedved che si gettano su tutti i palloni con lo spirito di una finale.

All’11’ Ibrahimovic fa un cucchiaio che libera Trezeguet, che tira immediatamente ma Peruzzi si oppone da campione. La Juve manca il colpo del KO e nel finale noi potremmo addirittura vincere: prima Tare di testa e poi Zauri graziano Abbiati.

Insomma, il campionato non era chiuso. La formidabile Lazio di Delio Rossi riuscì a fermare la corazzata del campionato. Una Lazio che era partita a fari spenti perché da quattro giornate viaggiava alla media preoccupante di due gol incassati a partita. Aveva di fronte l'attacco migliore del campionato. Il pareggio fu il risultato più giusto, ma la Lazio fu la vincitrice morale di una sfida emozionante, nonostante il nervosismo cui aveva contribuito il pessimo arbitraggio di Pieri.

Domenica sera dovremo riuscire a fare bene come quella Lazio di vent’anni fa. La Juve difficilmente sbaglia tre partite di fila ma forse, i tempi stanno veramente cambiando. Forza Lazio!

Ugo Pericoli