Cari fratelli Laziali,
nell’attesa della partita di lunedì sera vi riportiamo ad una Lazio lontanissima. Era il primo ottobre del ‘67, giocavamo in Serie B e andavamo a Genova per incontrare il Genoa.
È la quarta giornata di campionato, le cose stanno andando maluccio, sia nel torneo di B che in Coppa Italia.
È il Genoa di Livio Fongaro, considerato un grande esperto di cadetteria. In campo manda Grosso, Caocci, Ferrari, Bassi, Colombo, Derlin, Gallina, Brambilla, Petroni, Mascheroni e Ferrari.
La Lazio è allenata da Renato Gei, che manda in campo il quasi omonimo Cei, poi Masiello, Adorni, Ronzon, Pagni, Marchesi, Governato, Cucchi, Morrone, Gioia e Fortunato.
Come dicevamo, le cose non stanno andando bene. Siamo reduci dall'eliminazione in Coppa Italia, occorsa a Reggio Calabria. In quattro giorni abbiamo risalito la Penisola ed eccoci a Marassi.
Governato giocherà all'ala destra e Adorni riprenderà dalla sua posizione di terzino.
Il Genoa però passa in vantaggio dopo cinquanta secondi, al primo tentativo. Su punizione dal limite, Ferrari riesce a indovinare l'angolo destro di Cei. Ci buttiamo in avanti ma Gioia conclude male, poi, al 7' Morrone si fa precedere da Colombo.
È il turno di Masiello ma Grosso rimedia in angolo. Dopo la nostra sfuriata i grifoni riprendono l'iniziativa. Gallina alza troppo il suo elegante pallonetto, poi Cei riesce a sbrogliare una mischia nella sua area. Al 27', una bella punizione di Governato sfiora il montante. Risponde subito Gallina, con un raid sventato da Adorni, mentre sarà ancora Cei ad opporsi bene a Petroni.
Secondo tempo
I nostri provano a costruire gioco per cercare di recuperare lo svantaggio. Morrone è impreciso e Grosso è bravo su Fortunato; ci prova anche Cucchi ma Grosso si accartoccia e sventa l’occasione. Il Genoa, che ha giocato in modo speculativo, approfitta del nostro scoramento e si lancia in contropiedi velocissimi. Mancano venti minuti. È il 70' quando Ferrari raddoppia, beffando Cei con un preciso rasoterra. Governato e Cucchi avrebbero la possibilità di riaprire il match ma Grosso non si lascia sorprendere. All'83' Mascheroni s'infila tra Marchesi e Ronzon e batte Cei per la terza volta. La nostra domenica starebbe per chiudersi ma c’è invece tempo per un ultimo dispiacere. Al minuto 87 Mascheroni porta a quattro le reti di vantaggio del Genoa, per uno dei peggiori risultati mai ottenuti a Marassi.
Il giorno successivo sarebbero ricominciate le scuole. Triste il rientro in classe per tanti ragazzini della Lazio! La stampa criticò ampiamente il Presidente Lenzini, accusandolo di non aver portato rinforzi. In verità, Lenzini si era mosso per tempo. Era riuscito a far venire a Roma un dirigente con i fiocchi, Roberto Fiore. Pensate che Fiore era stato il presidente del Napoli! Sotto la sua presidenza furono acquistati Omar Sivori e José Altafini. Insomma, Umberto Lenzini per la sua Lazio aveva scelto il migliore del mazzo, un direttore sportivo plenipotenziario. Le cose però non andarono come sperava il Sor Umberto: avremmo chiuso il nostro campionato nel piattume anonimo del centro classifica.
Vogliamo chiudere parlandovi di Marassi. Non tutti sanno che lo stadio di Genova è il più antico d’Italia ed è l’unico perfettamente all’inglese. Molto più di San Siro, più alto e troppo ripido. A Marassi le tribune sono davvero attaccate ai calciatori.
È chiamato Marassi come il quartiere in cui è ubicato, una vasta zona popolare alla periferia nord-est di Genova. Quando venne costruito era lontano dal centro città. Qui era ubicato anche il carcere omonimo e nei primi del Novecento venne inserito lo stadio. Era il 1911. Il Ferraris, o Marassi (la foto articolo risale al 1959) rappresenta dunque il più antico stadio d’Italia ed è ancora oggi l’impianto più immersivo per vivere una partita di calcio.
Nonostante il momento decisamente no e nonostante l’orario sfavorevole, la Lazio non resterà sola nemmeno lunedì sera. Viste le tante assenze, sarà dura per Sarri arrangiare una formazione. E, ancor più dura, conquistare punti. Forza Lazio!
Ugo Pericoli