E’ con grande sensibilità e trasporto che Luigi Martini e Sirio Rossi raccontano la grande Lazio vincitrice del primo scudetto della sua storia, tracciando bellissimi ritratti umani e personali dei protagonisti, regalando ai lettori bellissime descrizioni dei contesti in essere, trasmettendo davvero tanti valori e volendo tramandare nel modo più trasparente possibile la leggenda di una squadra unica. Attraverso le loro parole si apprezza la loro evoluzioni come uomini prima che professionisti, arrivati in un momento nel quale si può ricordare e valutare con perizia ed anche tracciare un piccolo bilancio personale.

Va davvero apprezzata il grande sforzo per coinvolgere e colpire anche il meno avvezzo alla storia biancoceleste, offendo descrizioni e spontanee riflessioni che dipingono come non mai un gruppo di giocatori, ma non solo, tanto particolari quanto autentici, raccontando il tutto in un modo alternativo quanto mai personale, molto spesso lasciando che siano le emozioni a dettare i ritmi della narrazione e a prendere il sopravvento anche nelle questioni più dibattute e acclarate.

I due autori si alternano nell’aprire il personale album dei ricordi per raccontare, in modo ovviamente diverso, la storia e la particolarità di una squadra che alimenta, da sempre, la circolazione di aneddoti e storie particolare, in questo libro confermate e supportate da personali versioni dei fatti. Quello che rende la suddetta opera speciale è la spontaneità di Rossi e Martini, i quali con candore e tanta passione esprimono il loro orgoglio ed il piacere nell’essere stati parte di quella realtà, offrendo spunti di grande interesse e di forte cattura emotiva. In particolare l’ex terzino della Lazio dimostra estrema sensibilità e grande arte oratoria nel mettere a nudo le proprie emozioni, andando oltre ogni luogo comune e dicerie, dimostrandosi una penna ispirata qualora si tratti di esternare sentimenti ed emozioni. Bello leggere le parole che dedica ad esempio a Giorgio Chinaglia, “rivale” in termini di spogliatoio, ma da Martini riconosciuto come simbolo e leader tecnico di una squadra solo apparentemente divisa in clan.

Struggenti e sentiti i ricordi di chi non c’è più, trovandosi di fronte ad un fato che si è accanito pesantemente sui componenti di quella squadra, a partire dall’imprescindibile figura di Tommaso Maestrelli fino ad arrivare alla recente scomparsa di Pino Wilson. In mezzo tanti bei ricordi e tante belle parole per tutti gli sfortunati attori di quella Lazio, raccontati con impulso nelle loro particolarità e nella personale struttura morale.

La particolarità dell’opera è comprovata da personali divagazioni volte a raccontarsi e raccontare precisi passaggi della propria vita, dando ancora una volta contezza del carattere personale e lontano da ogni standardizzazione, creando in tal senso una testimonianza unica e per molti versi alternativa. Ulteriore merito del libro è quello di raccontare in modo perfetto il contesto non solo calcistico del periodo, riuscendo in pieno a catapultare il lettore nel periodo considerato.

Le bellissime foto corredano un libro che non può mancare nella collezione di ogni tifoso laziale, ma che si eleva rispetto ai tanti lavori analoghi per i sentimenti e le emozioni create da Luigi Martini e Silio Rossi, davvero due preziosi ed instancabili “fiumi in piena” nel travolgere positivamente ogni tipo di lettore.

(si ringrazia Giovanni Fasani per bibliocalcio.com)