Oggi 4 novembre, Giornata dell’Unita’ Nazionale e delle Forze Armate: doveroso un pensiero ai trenta caduti biancocelesti della Grande Guerra. Calciatori, nuotatori, podisti. I primi pionieri, quelli che colorarono la città – negli anni in cui il nuovo secolo iniziava a dipanarsi – con la loro innata voglia di olimpismo, cimentandosi in svariate discipline. Nelle acque del Tevere, sulla spianata di Piazza d’Armi, a a Villa Borghese, a Tivoli, con la sua piscina delle Acque Albule. Erano della Lazio, dotati di un entusiasmo straripante. Trenta caduti: al fronte, per via delle ferite. O per aver contratto malattie infettive, allora incurabili. Ad oggi trenta nomi e volti accertati: ma le ricerche non si fermano perché la storia della Lazio deve ancora essere completamente scritta, tanto bella e coinvolgente, da 120 anni. Eccoli, allora, i nomi di questi nostri trenta eroi. Partiti per il fronte e mai più tornati. Partiti con un vessillo biancoceleste sul cuore, tornati (solo alcuni, peraltro, perché non di tutti si conosce il luogo della sepoltura) dentro una bara. Storie di vita tradita e di guerra, purtroppo. In queste ore, però, è il momento del ricordo, del pensiero da rivolgere a questi trenta ragazzi. Ecco i loro nomi, allora, a beneficio della giovani generazioni di Laziali che ancora – colpevolmente, peraltro – ignorano la storia biancoceleste. Un libro aperto, un romanzo mozzafiato. I nostri trenta eroi? Eccoli: Ausenda, Bompiani (ritratto nella foto), Bonaga, Canalini, Chiesa, Colombo, Conti, De Censi, De Mori, Di Palma, Gaggiotti, Gaslini, Kustermann, Laviosa, Malnate, Marcucci, Marsili, Mario e Ottorino Massetti, Mengarini, Molina, Monetti, Nazari, Pandolfi De Rinaldiis, Pansolli, Piergallini, Riccardi, Rivalta, Rotellini, Spingardi. Un sguardo verso il cielo: tra i tanti Laziali scomparsi ci sono anche loro, strappati alla vita e allo sport in età giovanissima, per via di una guerra cruenta. G.Bic.