Cari fratelli Laziali,
molti di noi stanno vivendo questa settimana con il cuore in tumulto per la Lazio. Classifica alla mano, c’è chi si fa due calcoli e si dice disposto a non vincere contro la Juve. Noi pensiamo che le vittorie aiutino ad affrontare meglio le cose. Di sicuro, c’è che tutte le pretendenti ad un posto nelle coppe europee, domenica terranno d’occhio Lazio Juventus, la partita-chiave di un’intera stagione.
Per liberarci la mente, vi riportiamo indietro nel tempo, ad una Lazio lontanissima. Quella del campionato 1966/67. Torneremo al 22 gennaio del 1967, quando per la XVII giornata la Lazio di Maino Neri avrebbe incontrato gli juventini di Heriberto Herrera.
Neri manda in campo Cei, Zanetti, Adorni, Dotti, Pagni, Anzuini, Bagatti, Carosi, Morrone, Dolso e Mari.
H.H schiera invece Anzolin, Gori, Rinero, Salvadore, Castano, Cinesinho, Zigoni, Del Sol, De Paoli, Sacco e Menichelli.
Non fa freddo ma pioviggina, noi stiamo andando male. L’Olimpico è pieno a metà, solo 45.000 spettatori e tanti, tanti juventini. La Juventus è forte, sta giocando bene, è in lotta per la conquista di un nuovo Scudetto.
Herrera deve fare a meno di Bercellino e Leoncini. A noi manca D'Amato, squalificato dopo l'espulsione rimediata al 26’ del primo tempo in quel di Foggia.
Finalmente è disponibile Mari. Manlio Neri ha infarcito la Lazio di centrocampisti, con il solo Bagatti libero di spaziare. La Juventus parte di slancio e già al 5' potrebbe passare in vantaggio con Gori, autore di un sinistro violento che scuote il palo.
Al 9', cross di Carosi e uscita in bello stile di Anzolin. Nell’azione, il portiere bianconero ha subito una carica da Mari. Anzolin prima rilancia il pallone e poi assesta una pedata sulla coscia del calciatore della Lazio. Con Mari a terra, i tifosi invocano sia il rigore che l’espulsione, ma il signor De Marchi di Pordenone fa finta di niente.
Al quarto d'ora, Zigoni, di testa fallisce il bersaglio da pochi metri. Poco dopo la mezz'ora, bellissimo traversone di Mari per Bagatti, su cui Castano rimedia con consumato mestiere.
Carosi, al 35', s'immola su un potentissimo tiro al volo di Menichelli.
Poco prima del riposo, Dolso smarca Morrone ma Del Sol riesce a deviare il passaggio in modo del tutto fortuito. Si rientra negli spogliatoi con questa grande occasione per noi e si ricomincia con Morrone, nuovamente sugli scudi. Il suo bolide ha accarezzato la traversa juventina facendo gridare al gol tutti i laziali.
Al 52', episodio clamoroso: Zanetti commette un fallo su Zigoni, sotto la Tribuna Tevere. Menichelli calcia la punizione, una parabola tesa che De Paoli intercetta, deviandola a pochi metri dalla porta di Cei. Il pallone è solo sfiorato da Cei, continua la sua corsa infilandosi sotto la parte alta della rete, esattamente sul punto di congiunzione con la traversa. Gol? Non gol?
La palla torna in campo, Cei l’arpiona d’astuzia e la rimette subito in gioco, non dando tempo all’arbitro di consultarsi con il guardalinee.
Tutti gli juventini reclamano il goal e circondano l'arbitro. Poi si dirigono verso il guardalinee. Ma l’arbitro indica rimessa dal fondo.
I bianconeri diventano rabbiosi e prendono d'assalto la nostra porta. Menichelli spara una fucilata che Cei riesce a controllare. Al 65', Cinesinho è furbo nel calciare una punizione che Del Sol non riesce a sfruttare.
La squadra di Heriberto Herrera rallenta dopo lo sforzo profuso e noi possiamo tornare a respirare. L'ultimo assalto è ancora dei Bianconeri, con De Paoli che non sfrutta un raid di Zigoni.
Finirà 0 a 0, un risultato che si registra molto raramente negli incontri tra Lazio e Juventus. Bisogna riconoscere che il gol della Juventus era valido, come documentato la sera nel corso della Domenica Sportiva e il giorno dopo, sulle pagine di tutti i giornali. Nella foto articolo, un estratto del Corriere dello Sport datato 23 gennaio 1967, riprende il servizio della DS, mostrando una sorta di prova-TV ante litteram.
Al termine del girone d'andata la Lazio sarebbe salva, con 13 punti; uno di vantaggio sul Lanerossi Vicenza, tre sul Venezia attardato a 10 e ben 5 sul Foggia e Lecco, relegati sul fondo con 8 punti su diciassette partite.
Nel girone di ritorno, non basterà il punto in più conquistato rispetto a quello di andata.
Con 27 punti, scenderemo mestamente in serie B.
Per un punto di svantaggio rispetto al Brescia e al Lanerossi Vicenza, autore di una coraggiosa rimonta, che gli è valsa una vittoria in più. La Juventus conquisterà lo scudetto all’ultima giornata, battendoci per 2-1 nella partita di ritorno, giocata a Torino il 1° giugno 1967.
Tornando al presente, comunque la pensiate sulle possibili conseguenze di un nostro risultato positivo contro la Juventus di Igor Tudor, vi auguriamo buon divertimento. Forza Lazio!
Ugo Pericoli