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Reduci dal trionfo nel torneo di calcio dei Giochi Olimpici di Berlino, gli azzurri sfilano, nella splendida cornice di Piazza di Siena, davanti a Benito Mussolini e al Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Generale Giorgio Vaccaro. Il primo a ricevere la ‘stella al merito’ – ambitissimo riconoscimento dell’epoca in ambito sportivo – e’ Annibale Frossi, il calciatore (con gli occhiali) che decise la finalissima contro l’Austria, vinta due a uno, con il cuore in gola, nei supplementari.
Dietro la sagoma di Frossi, ecco invece Francesco Gabriotti, uno dei due calciatori biancocelesti (l’altro era il mediano Baldo) che la Lazio spedì a Berlino.
Insomma, quella che il Centro Studi Nove Gennaio Millenovecento regala in questa breve rievocazione, e’ una istantanea storica, tratta da ‘Il Calcio Illustrato’, autentica ‘Bibbia’ per gli sportivi dell’epoca. Raffigura Giorgio Vaccaro, soprattutto, figura alla quale tutti i Laziali, indistintamente, debbono sempre riconoscenza, solo per essersi opposto, nel 1927, alla fusione con la nascente A.S. Roma ed alla perdita della identità biancoceleste. Ricorda pure Francesco Gabriotti, una figura colpevolmente dimenticata da molti appassionati solo per il fatto – evento esclusivo del pallone italiano – di aver vinto una medaglia d’oro nel torneo di calcio delle Olimpiadi, tesserato all’epoca per la Lazio.
Immortala, per finire, uno scampolo bellissimo di Roma, anch’esso legato alla storia della Lazio.
Fu nel vicino Parco dei Daini, infatti, che i pionieri del calcio (Ancherani e ‘Cece’ Saraceni), agli inizi del secolo scorso, iniziarono a cementare la saga della ‘squadra che ha portato il calcio a Roma’…
G.Bic.
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