Già nel ’35, ventuno anni prima dello squillo tricolore, la Lazio Pallanuoto aveva fallito per un soffio l’assalto al titolo. In porta – pensate un po’ – si esibiva un giovanissimo Massimo Girotti, destinato a diventare, di li’ a poco, una stella del cinema. Dieci anni piu’ tardi, nel ’45, con la Guerra appena finita e i crateri della città appena ricomposti, la Lazio vinse realmente uno scudetto, tanto che Franco Baccini, che allora era in vasca, da protagonista, rammentava di aver ricevuto (e non restituito) la medaglia celebrativa. Accadde che la Lazio – al termine di una fase a gironi – battè la Rari Nantes Napoli, uno dei circoli storici del capoluogo partenopeo. In quell’anno vi giocava ancora Gildo Arena, uno dei pallanuotisti piu’ forti del mondo, inventore della cosiddetta “beduina”, ovvero quel colpo, sferrato spalle alla porta, con la palla che filava come un missile dall’alto verso il basso. Arena, qualche stagione piu’ tardi, gioco’ pure con la Lazio che potè cosi’ fregiarsi di aver inviato, ai Giochi di Londra del ’48, tre suoi pallanuotisti (Ognio, Ghira e lo stesso Arena), vincitori del titolo olimpico. Senza contare che i tre, sempre colorati di biancoceleste, avevano vinto l’anno prima la medaglia d’oro degli Europei a Montecarlo. Testimonianze palpabili di come, allora, la Lazio Nuoto (anche nei tuffi dal trampolino e dalla piattaforma) non fosse affatto una meteora del panorama nazionale, vantando atleti di straordinario valore, destinati a caricarsi sulle spalle, nelle discipline natatorie, l’intero movimento azzurro. La Rari Nantes Napoli era circolo che, a Napoli, contava, appollaiato sulla scogliera di Santa Lucia: era il prediletto di Farouk e Vittorio De Sica, che vi giocava lunghissime sfide di poker. Pure Toto’ vi indugiava spesso. Carlo Pedersoli, dopo aver militato nella Lazio, indosso’ proprio la calottina della Rari. Bene, accadde che in acqua la Lazio battè la formazione napoletana, vincendo cosi’, a conti fatti, lo scudetto. La soddisfazione, pero’, duro’ lo spazio di pochi giorni. La Rari, infatti, presento’ reclamo asserendo un non meglio specificato errore arbitrale. Allora il grado di giudizio era unico e la Rari potè vantare amicizie altolocate per sovvertire l’esito della piscina. La Lazio (ritratta nella foto acclusa del Centro Studi Nove Gennaio Millenovecento) cosi’ si arrese, non potendo neppure presentare un contro-ricorso agli organi deliberanti. E dovendo cosi’ attendere altri undici, lunghissimi anni prima di fregiarsi del primo, meritatissimo titolo tricolore. di Giorgio Bicocchi