La Federhockey deciderà dopo Pasquetta se riprendere o meno i campionati anche se la chiusura del Paese per altri 14 giorni lascia intuire che ricominciare a giocare sarà pura utopia. “Figurarsi se un giocatore di hockey non abbia voglia di riprendere... Ma la decisione non spetta a noi, c’è in ballo la salute di tutti”. Luca Angius, ritratto nella foto, il coach-giocatore della Lazio Hockey, analizza il momento dello sport che ama e le eventuali ripercussioni sulla prossima stagione. “Non ho notizie di clubs che possano non riprendere l’attivita’ a causa di questo stop e di conseguenti problemi economici. Rischiano invece di veder depauperato il proprio patrimonio quelle squadre che hanno investito molto nei settori giovanili. Si sa i ragazzi come sono, talvolta pieni di distrazioni. Magari a settembre sarà più dura trascinarli di nuovo su un campo di hockey”. Luca passa in rassegna il campionato di A2 giocato dalla sua Lazio. Lo sapete, abbiamo chiuso il girone di andata al quarto posto dietro Padova, Bondeno e Potenza Picena. Ma Angius è rammaricato. “Hai voglia, se ripenso ad esempio ai due punti buttati contro San Giorgio, in casa. Da 4 a 2 a 4 a 4, con due gol incassati negli ultimi minuti e pure su contropiede. Batto sempre - con la mia squadra, soprattutto con i più giovani - sul tasto della concentrazione. Bisogna stare sul pezzo fino alla fine. E anche chi parte dalla panchina deve sapermi dare il 110 per cento anche giocando tre minuti. Io non allevo giocatori che debbono vincere. I più giovani si devono prima divertire, poi crescere sul piano temperamentale. Ma la concentrazione è essenziale. Se possiedi questa dote sei già un pezzo avanti...”. Ma se, per miracolo, il girone di A2 riprendesse la Lazio a cosa potrebbe aspirare? “Il primo obiettivo è stato centrato: era quello di una tranquilla salvezza essendo la Lazio una neopromossa. Mi piacerebbe che la squadra potesse arrivare seconda superando, magari allo sprint, Potenza Picena e Bondeno. Nelle Marche, all’esordio, abbiamo pareggiato una gara che potevano vincere. E a Bondeno abbiamo perso di misura una partita in cui il pari c’era tutto. Ma sono considerazioni fatte a voce alta, se non si tornerà a giocare realmente...". Riecco affiorare il rammarico allora per non essere stati completamente presenti in campo fino all’ultimo gong. Perfezionista, Angius, scuola-Amsicora, d’altronde, mica un club qualsiasi italiano. “Sicuro, mi piacerebbe la prossima stagione lottare per la promozione, riportare la Lazio in A1. Adesso è prematuro parlarne perché ancora non ci sono progetti per il futuro”. E’ chiaro però che un allenatore-emergente come lui, che ha fatto parte della Nazionale, abbia ambizioni. E guai, aggiungiamo noi, se non ne avesse... Come ha trovato il livello dell’hockey a Roma, Luca, venendo da Cagliari, una realtà magica della disciplina? “A livello di numeri Roma ha un vantaggio: ha tante squadre e tutte piene di qualità. E' una città che ha dato tanto all'hockey. Ha tradizione. Qui ci sono state famiglie-storiche che hanno portato sulle spalle la disciplina: penso ai Brocco, da noi, a Corso, alla Roma, a Da Gay alla Tevere. O al Butterfly che ha investito sul bacino di Roma Nord. Forse sono mancati risultati a livello giovanile, qualche scudetto in più a livello di Under anche se noi, in fondo pochi mesi fa, abbiamo centrato il titolo maschile Under 18”. E che Lazio allena e, soprattutto, che Lazio ha in animo di costruire Angius il prossimo autunno? Sfogliate pagina e leggete... G.Bic.