La prima definizione è stata di Claudio. "Mio fratello Giulio? È una sorta di Lulic: dove lo schieri, in qualsiasi zona del campo, ti offre sempre il meglio. È sempre tanta roba...". E allora chiamatelo "Signor Utilità", Giulio, alle prese con la preparazione dell'esame di maturità scientifica. Un cognome sulle spalle che, per la Lazio Hockey, è leggenda. La voglia di essere protagonista, con la maglia biancoceleste addosso, per venti anni ancora e forse pure di più.
Uno su cui contare, sempre. Perché su ogni zolla del campo attacca e si ritrae. Una costante fisarmonica. Mai a disagio, in qualsiasi zona del campo un allenatore lo schieri. "In questa stagione" - racconta Giulio - "ho sempre giocato in mezzo al campo. Ma lo scorso anno, in qualche circostanza, ho agito anche da terzino o da centrale difensivo. Mi sento un jolly, certo, ma confesso che giostrare in mezzo al campo mi piace di più perché posso sempre sperare di inserirmi e fare gol...".
La stagione della Lazio maschile, lo sapete, si è fermata alla fine del girone di andata della Serie A2. Il Campionato mai è ripartito - giocoforza - dando appuntamento al prossimo autunno. "Ma noi siamo in credito con la sorte. Meritavamo di più. Mi sogno ancora la rimonta del San Giorgio al Tre Fontane, ad esempio, in vantaggio di due reti a pochi minuti dal gong e poi clamorosamente ripresi. Ma pure a Bondeno non meritavamo di perdere. Abbiamo commesso diverse ingenuità in queste due gare, certo, ma la ruota non ha girato. Insomma, eravamo pronti a fare tesoro delle nostre omissioni nel girone di ritorno. Ma il virus non ci ha consentito di tornare in campo e di provare a prenderci le nostre rivincite".
È opinione comune, ormai, che la Lazio, con il suo telaio consolidato, sempre con Luca Angius come nocchiero e giocatore in campo, possa legittimamente puntare alla promozione in A1 già dalla prossima stagione. "Abbiamo dimostrato di poter competere con le squadre più forti del girone", spiega Giulio. "C'è grande amalgama e credo che con uno o due innesti di spessore questo gruppo possa quantomeno competere per i primi due posti, quelli che, se il formato dovesse restare immutato, scaraventerebbero in Serie A1".
Passa in rassegna i suoi maestri, Giulio, coloro che hanno contribuito ad impreziosire il suo bagaglio tecnico. Papà Roberto e zio Paolo, tanto per cominciare, Campioni d'Italia con la Lazio del 2005 e instancabili instillatori del fascino dell'hockey. "Gamal e' stato il mio primo istruttore. Ed è bello adesso abbracciarlo, ogniqualvolta realizza un gol, perché giochiamo insieme. Poi Pato Mongiano, uno che curava moltissimo la fase difensiva. E, da due anni a questa parte, Luca Angius, che invece ci fa provare una grande varietà di schemi di attacco. Da tutti ho appreso, da tutti loro ho imparato ad evolvermi anche tatticamente".
Lo scorso anno, di questi tempi, la giovane Lazio Hockey conquistava un favoloso scudetto Under 18. "Per molti di noi era l'ultimo anno in quella categoria e ci tenevamo da matti a fare bene. Una vittoria legittima, uno scudetto vinto alla grande. Quasi con semplicità".
Giulio ha diviso la sua crescita con altri grandi interpreti della Lazio. Con il fratello Claudio, certo, ma pure con Riccardo Braca, Edoardo Crema, Nick Anserini, portiere di grande valore ora temporaneamente prestato - per motivi scolastici - all'hockey britannico. La splendida "bella gioventù" della Lazio Hockey, un nostro solenne marchio di fabbrica. "È stata una grande avventura. Con loro ho diviso tantissime ore. Allenandoci, facendo trasferte, giocando. È proprio questa atmosfera mi è mancata nelle lunghe settimane del lockdown. Chiusi in casa, facendo qualche chiacchierata on line, allenandoci con il nostro preparatore nel salotto di casa. Ma non poteva essere uguale a prima. Per questo sono felice che da lunedì prossimo, al Tre Fontane, sia pure per blandi allenamenti, potrò riabbracciare la mia squadra. Il Campionato è finito, certo. Ma mi mancavano quei momenti...".
E la Lazio che verrà, come la vede Giulio? "Ci penserà Luca Angius a sistemare il tutto. Se tornasse Garbini già saremmo più forti di adesso. E se poi arrivasse un difensore centrale veloce potremmo rispostare in avanti Fernando Gonzalez, una sorta di fratello maggiore per me, sfruttando i suoi lampi da centrocampo in avanti. Ve l'ho detto, credo che basti poco per rendere la Lazio una squadra ancora più forte e compatta. Io? Giocherò dove mi collocherà Luca...".
Già, avercene di giocatori di sostanza come Giulio... Chiamatelo senza remore Signor Utilità! Uno che in pagella, alla fine di ogni gara, in qualsiasi zolla del campo abbia giostrato, sventola sempre con orgoglio una ampia sufficenza...
G.Bic.
G.Bic.