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L’immagine sopra riprodotta, che ritrae atleti e soci laziali a Villa Borghese, è stata fino ad oggi collocata temporalmente nel 1901 o nel 1902. In realtà, il Centro Studi Nove Gennaio Millenovecento ha avuto modo di esaminarne e digitalizzarne una versione in formato di cartolina postale, che sul retro reca il preciso riferimento ad una “partita pro Calabria per il terremoto”, giocata nel settembre 1905 a Villa Borghese.
In effetti, nella notte tra il 7 e l’8 di settembre del 1905, una violentissima scossa di terremoto sconvolse la Calabria, provocando diverse centinaia di morti e migliaia di feriti.
Evidentemente, in ossequi ai valori ai quali da sempre si era ispirata, la Lazio volle dedicare una partita al tragico evento.
La Lazio ottenne dal Sindaco di Roma la concessione in uso di Villa Borghese, grazie all’opera del suo primo grande presidente, Fortunato Ballerini, il quale – come racconta Mario Pennacchia –, "era perfettamente consapevole dell’importanza di disporre di un vero campo da gioco".
L’area in questione, tuttavia, era in stato di completo abbandono e, per realizzare i due campi di football circondati da una pista – secondo l’idea di Ballerini –, era necessario rimuovere una montagna di rifiuti e spianare il terreno. Fortunato Ballerini certamente non si scoraggiò e mise in campo tutta la sua genialità: nominò vicepresidente Angelo Galliani, Maggiore del Genio, il quale si attivò immediatamente inviando una squadra di venti genieri che sistemarono i luoghi.
Curioso l’episodio che pose termine alla concessione di Villa Borghese: nel 1913, durante un derby con l’Audace, una violenta pallonata scagliata da Fernando Saraceni colpì in pieno la moglie del Prefetto di Roma Annaratone, la quale, incuriosita dalla partita, si era fermata con la sua carrozza dietro la porta.
Il Prefetto, a seguito di tale evento, fece revocare la concessione dell’area di Villa Borghese alla Lazio, che dovette spostarsi temporaneamente alla Farnesina, prima di passare alla mitica Rondinella.
G.Bic.
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